Dal versante nord-orientale arriva la notizia che sta facendo il giro del mondo: di questi giorni è l’ufficializzazione del progetto che coinvolge il porto di Trieste, il nuovo hub di Trieste si farà.
Il CIPE, infatti, ha approvato il progetto per un costo di 132,4 milioni di euro, di cui 30 milioni euro di fondi privati, 70,4 milioni di euro dell’autorità portuale e 32 milioni di euro attivabili tramite l’assegnazione CIPE.
Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, il finanziamento della Piattaforma logistica del porto di Trieste deciso dal Governo ”è come una luce che si accende”.
Per il presidente, infatti, ”la piattaforma logistica di Trieste non e’ soltanto un’opportunità per la città o per la provincia, ma per tutta la comunità regionale“.
La posizione del porto triestino rappresenta una grossa possibilità in potenza, che risulterà effettiva se collegata al Corridoio Adriatico-Baltico.
Il porto di Trieste potrà così diventare un centro distributore per tutto il Nord e l’Est Europa.
Interviene anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, a Roma al Tempio di Adriano al convegno sulla zona franca al porto di Trieste, in cui tra l’altro è stata annunciata la ridefinizione del Sin (Sito di interesse nazionale) da presentare al Consiglio dei Ministri del 26 maggio.
Il ministero dell’Ambiente ha attivato un apposito accordo quadro con il porto di Trieste, per attuare su Trieste uno sviluppo coerente a quanto previsto dal decreto noto come ‘cresci-Italia’.
“Nel rispetto della strategia di sviluppo del governo e della road map sulla riduzione delle emissioni di carbonio della Ue – osserva il ministro – il porto di Trieste costituisce un esempio di sviluppo in fatto di logistica portuale, anche alla luce del recente finanziamento da parte del Cipe della piattaforma logistica”.
“L’investimento sulla logistica – afferma inoltre Clini – ben si abbina all’investimento per la crescita come possono essere i punti franchi, utilizzando competenze esperienze e risorse alla messa a punto di produzioni innovative nei settori dell’innovazione in materia di materiali, energie, medicina”.
La Via del Mare ai blocchi di partenza
Contemporaneamente il CIPE ha approvato altri importanti progetti come il progetto preliminare del collegamento autostradale “Via del Mare: A4 – Jesolo e litorali”, per un importo di 200,7 milioni di euro interamente finanziati con fondi privati tramite finanza di progetto.
Una grande progetto se si pensa che questo permetterà di collegare con più efficienza la costa adriatica, incentivando turismo e commercio.
Al grande progetto, però, seguiranno disagi per gli abitanti che si vedranno immersi in un cantiere di lunga durata.
In seguito alla richiesta saranno così otto i comuni i cui residenti saranno esenti dal pedaggio: Meolo, Musile di Piave, San Donà di Piave, Fossalta di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti, Roncade.
“Una buona notizia per il Veneto, in un momento così difficile per l’economia.
Per rilanciare l’economia servono progetti di sviluppo in grado di assicurare lavoro”, queste le parole di un soddisfatto assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso.
“Dall’apertura dei cantieri ci vorranno tre anni per completare l’opera, per moltissimi cittadini potrebbe essere davvero la fine di un incubo soprattutto nei mesi dove la presenza turistica diventa numericamente importante.
Quest’opera – conclude Chisso – è sì una risposta alla crescente domanda di traffico, ma è anche un infrastruttura a sostegno della viabilità esistente“.
Il litorale ligure risponde con vocazione internazionale
Il litorale ligure è, invece, il protagonista di un progetto lanciato dall’Autorità portuale di La Spezia, che ha organizzato a Porto Lotti il convegno ”L’evoluzione delle reti transeuropee di trasporto e il ruolo delle Autostrade del mare.
Il porto Core della Spezia: un ponte tra il Nord Africa e il Nord Europa”.
Il progetto prevede un corridoio logistico multimodale che colleghi il Tirreno al nord Europa ed al Mar Baltico, e che abbia nei porti liguri, in particolare La Spezia, una porta privilegiata per l’esportazione di merci in Africa e medio oriente.
”Vogliamo valorizzare i porti dell’alto Tirreno attraverso le autostrade del mare, sviluppando le potenzialità dei porti liguri, per farli diventare la porta europea del Mediterraneo verso Asia e Africa” ha detto il presidente dell’Autorità Portuale di Spezia, Lorenzo Forcieri.
L’obiettivo – ha precisato – e’ quello di contrastare l’egemonia dei porti del Nord Europa, mettendo in atto quella sinergia tra infrastrutture, logistica ed innovazione informatica in grado di rendere più ”vantaggiosi” i porti liguri e recuperare così le quote di mercato perse nell’ultimo decennio.
”I porti possono dare un forte contributo allo sviluppo per la ripresa economica del Paese – ha sottolineato Forcieri -.
Lo Stato deve tornare ad investire in questo settore, si deve rilanciare la politica infrastrutturale, e nel frattempo si devono mettere in atto tutte quelle misure di carattere normativo che ci consentano di recuperare competitività.”
La città di La Spezia è, inoltre, parte attiva della portualità di Al Faw.
Questo perché i suoi futuri manager hanno studiato il metodo italiano.
Per sette mesi 20 manager hanno frequentato il corso alla Spezia in “Esperto in gestione portuale”, un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e realizzato dall’Autorità Portuale della Spezia (soggetto capofila), in collaborazione con la Scuola Nazionale Trasporti e Logistica, il Cisita Formazione Superiore e l’Università degli Studi di Roma Tre.
”Il progetto – ha dichiarato Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia – valorizza il know how del nostro territorio e contribuisce allo sviluppo del tessuto economico e sociale dell’Iraq”.
La città di La Spezia è quindi inserita pienamente in una realtà internazionale di rilevanza: ”il più grande progetto cui sta lavorando l’Iraq e vera porta della nazione araba sul mondo esterno”, così lo ha definito l’ambasciatore dello Stato.
Possiamo notare così un’Italia protagonista, ma soprattutto attiva e vivace, che per nulla si spaventa di fronte alla crisi che vede coinvolti tutti i settori.
La volontà di investire sul territorio italiano come nodo di scambi internazionali è forte ed è il motore che spinge i grandi progetti che partiranno da Trieste a La Spezia.
L’Italia si vede coinvolta in uno spirito internazionale che saprà sottolinearne la grande esperienza e professionalità.