“Dopo più di vent’anni dalla prima legge in materia d’interporti – fa sapere l’Unione Interporti Riuniti – finalmente gli Interporti possono vedersi riconosciuti un contesto normativo rinnovato nei conenuti e soprattutto adeguato ai recenti cambiamenti che hanno interessato la logistica che adesso più che mai richiede un’operatività contestualizzata e in armonia con il territorio di riferimento i cui confini si allargano all’Europa”.
La notizia del giorno, infatti, riguarda l’approvazione della riforma degli interporti dalla Camera dei Deputati, che arriva al termine di due anni impegnativi di riflessioni e progetti sul panorama italiano dei trasporti.
Le motivazioni di base si incontrano nella necessità di organizzare e adeguarsi alle politiche e alle nuove dinamiche europee, in cui l’Italia in termini di trasporti e logistica era poco innovativa.
Detto fatto, l’Italia cerca di mettersi in linea partendo dalla costituzione del Comitato Nazionale per l’Intermodalità e la Logistica, che avrà principalmente funzioni programmatiche e di promozione, e la definizione dei requisiti minimi per cui un’infrastruttura potrà avvalersi del titolo d’Interporto.