Hardware e Software per il Magazzino
6 Febbraio 2012
Movimentazione dei magazzini?
Oggi la risposta e il segreto sono nell’informatica.
Se parlare di logistica spesso viene ridotto al parlare di magazzini, oggi uno degli approfondimenti più importanti di questo mondo risiede nell’informatica, ovvero nei software che permettono alla logistica di funzionare a dovere.
E nello specifico significa parlare di WMS il software dipartimentale dedicato alla gestione del magazzino.
Il Warehouse Management System rappresenta l’insieme delle soluzioni software ideali per la gestione informatizzata della logistica di magazzino e delle sue risorse.
Dalla stampa del barcode alla trasmissione in tempo reale delle informazioni: la sua funzionalità è quella di controllare la movimentazione e l’immagazzinamento dei materiali gestendo contemporaneamente prelievi, ricevimenti e i rifornimenti interni di merce.
Alberto Cuccorese di Beta80 Group, Mario Ascari di Pro-Vision e Paolo Farinella di Incas Group sono, su questo argomento, tra i più importanti conoscitori del software.
Le tre aziende di riferimento sono protagoniste del panorama logistico italiano ed internazionale.
Beta80 Group, con la sua esperienza maturata dal 1986 e che oggi si dirama tra le cinque sedi di Milano, Mantova, Roma, Varese, Chiasso è protagonista del settore dello sviluppo delle soluzioni ICT inserito in un continuo e proficuo dialogo tra business e tecnologia.
Pro-Vision, con sede centrale a Carpi, nel cuore produttivo d’Italia, dedica il suo lavoro alla progettazione di sistemi altamente e tecnologicamente personalizzati destinati principalmente ai comparti di Logistica, Produzione, Tracciabilità e Raccolta Dati.
E infine Incas Gruop che dal 1981 si propone di affiancare l’utente nell’ottimizzazione dell’intera supply chain, con business unit specializzate e settorializzate con soluzioni e prodotti integrabili, composta da un gruppo di 150 persone che ne fanno una tra le principali realtà italiane.
Intervista ad Alberto Cuccorese, Mario Ascari e Paolo Farinella
Secondo Alberto Cuccorese di Beta80 Group “se parliamo di un’area di oltre 500 metri quadri un sistema software ci deve essere.
Poi, a seconda delle dimensioni, il supporto software o hardware è più o meno sviluppato rispetto alle necessità ed esigenze, ma volendo fare una percentuale, oltre il 90% delle aziende, anche medio piccole, hanno un sistema di gestione a supporto”.
Mario Ascari di Pro-Vision ammette che ancora qualche azienda è sprovvista di un sistema informatizzato di gestione anche se “è abbastanza raro trovare aziende che non si siano ancora poste il problema e non abbiamo provato ad organizzarsi senza un minimo di tecnologia”.
Paolo Farinella di Incas Group, risponde snocciolando numeri: “Da un sondaggio condotto dall’Università Bocconi di Milano assieme al Politecnico di Milano è emerso che circa l’8% delle aziende prese nel campione non ha un sistema di gestione di magazzino informatizzato.
Questo significa che, se andiamo a fare un inquadramento nel panorama italiano, solo una minima parte del territorio aziendale permane sfornito di una metodologia gestionale innovativa”
Deve
rappresentare un sistema in grado di gestire tutta la parte fisica di
movimentazione e gestione del prodotto finito all’interno di un
magazzino.
Ma, se tutti i WMS hanno bene o male questa
funzionalità, oggi non si reputa una capacità del sistema semplicemente
il rispondere alle esigenze aziendali.
Ciò che viene richiesto al sistema, invece, è una maggior flessibilità e capacità di adattamento.
A cosa? Secondo Cuccorese “all’evoluzione degli ultimi tempi,
che ha portato a cambiamenti molto veloci legati alle normative e una
flessibilità legata a volumi molto variabili, cosa che ci è stata
insegnata direttamente dalla crisi.
Il sistema deve avere facilità d’uso“.
“Innanzitutto” spiega invece Farinella
“un WMS deve aiutare l’azienda con una semplificazione di tutti quei
passaggi di organizzazione e attività logistiche di magazzino, e nello
specifico mi rivolgo a quelle aziende di gestione ‘aperta’ che applicano
un controllo fra tutte le parti in tempo reale su tutte le
transazioni”.
“Non dev’essere l’azienda che si deve adattare al WMS come accadeva in passato,”spiega Ascari “ma deve avvenire il contrario: il WMS deve essere pensato e predisposto in azienda come una sorta di guanto”.
Mario Ascari definisce ‘strategiche’ quelle caratteristiche “che consentono di capire quali siano le performance del magazzino,
i tempi di risposta o la produttività dell’azienda in senso logistico,
quelle caratteristiche, insomma, che si calcolano in termini di
performance finale dell’azienda”.
Alberto Cuccorese ci racconta: “quello che fa di un programma di gestione di un magazzino aziendale un’eccellenza è un mix di tre cose: un ottimo prodotto, una buona azienda che conosca bene tutte le problematiche dei processi logistici e che sia innovativa, e un’azienda che percepisce l’importanza della gestione del magazzino ed è disposta a mettere in discussione la forma di organizzazione precedente.
Solo il buon connubio di queste caratteristiche è alla base di un processo di successo”.
L’opinione che tutti i nostri intervistati condividono è, difatti, che risulta davvero molto difficile definire un prezzo in termini numerici di un programma di gestione ormai largamente diffuso.
La
risposta quindi si sposta sui parametri di definizione di questo
possibile prezzo: “Quello che noi cerchiamo di proporre è una valutazione dei vantaggi che si possono avere dal cambio
– ci spiega Alberto Cuccorese – e, intervenendo in questa ottica,
quello che si va a proporre è un effettivo miglioramento anche nel breve
e medio periodo.
La valutazione è il punto di partenza per affrontare un’effettiva proposta economica”.
Mario Ascari invece inverte il ragionamento e ci fa riflettere su quanto, invece, dovrebbe far risparmiare un WMS.
“Si dovrebbe ripagare in non più di 18 mesi.
Il costo del WMS, quindi, dovrebbe essere valutato anche in rapporto diretto alla specifica azienda a cui fa riferimento.
In
una valutazione costi/opportunità la prima cosa che l’azienda dovrebbe
porsi come domanda e obiettivo è quanto stiamo sprecando in efficienza
essendo sprovvisti di un WMS o sistema di gestione interno”.
Farinella, infine, ferma il punto sulla complessità di ciò che si va a gestire in termini di quantità.
“È
questo che definisce il prezzo di un WMS” che se per Ascari è compreso
nei 100 mila euro, per lui può arrivare fino alla soglia del 150 mila.
Partendo da questo presupposto, il problema si sposta sull’ambito sociale e culturale interno all’azienda.
Convinto di questa idea è Mario Ascari secondo il quale “non sempre gli operatori sono predisposti per essere affiancati nella gestione da un WMS.
Questo potrebbe alterare gli equilibri di ‘potere’ all’interno dell’azienda”.
“All’interno delle aziende c’è di solito un problema di chiarezza – afferma Paolo Farinella.
Dove quest’ultima è carente, i passaggi gestionali entrano in contrasto tra loro causando perdite in termini di tempo.
Il
secondo problema è chiaramente legato alle entità in gioco da gestire:
quante più entità sono presenti, tanto più è necessaria una gestione ed
un controllo maggiore e maggiormente diversificato”.
Alberto Cuccorese,
infine, puntualizza sul rapporto passato/presente e afferma: “Il cambio
di gestione di solito è dato dalla necessità di aggiungere nuove
tecnologie e dalla necessità di avere un sistema più aggiornato con la
tecnologia software di base.
Molto spesso la gestione precedente si cristallizza.
Per questo motivo Beta80 Group ha deciso di avere un sistema più
flessibile, parametrizzabile e altamente personalizzabile che riesca ad
adattarsi maggiormente al sistema precedente.
Farinella sostiene che “il sistema WMS non porta direttamente una risoluzione del problema.
Entrano
in gioco diverse variabili: le parti interne l’azienda, la volontà di
uscire da un processo gestionale passato per abbracciarne uno più
automatizzato.
Al massimo si può arrivare ad un 50% del risultato finale”, la percentuale cresce arrivando all’80% secondo Ascari. Per Cuccorese l’obiettivo, invece, è ancora maggiore: “un buon sistema WMS dovrebbe risolvere il 100%,
ma questo risultato non è dato solo dal prodotto in sé, ma dall’insieme
dei diversi fattori di cui prima si parlava: un ottimo prodotto, una
buona azienda che conosca le problematiche dei processi logistici
insieme all’importanza di mettersi in discussione.
Ogni componente contribuisce, ma mai una delle tre deve mancare”
.
Esistono esigenze espresse e possibilità di inserirsi per migliorare tutta la filiera”, spiega Alberto Cuccorese.
Ottimista anche Ascari che vede un futuro dove “ci sarà da lavorare seriamente sul fronte del WMS”, mentre Farinella afferma che la crescita è effettiva “perché ciò che va aumentando è la consapevolezza logistica nel panorama aziendale.
In
un panorama dove alle aziende viene richiesta una sempre maggiore
flessibilità dei processi, il mezzo logistico riesce ad intervenire
direttamente in questa esigenza andando a migliorare il risultato
finale”.