Servizi e accessori per il trasporto
13 Dicembre 2010
«Zero rifiuti, zero emissioni»: questo l’ambizioso obiettivo generale, che va ben oltre il 2018, della Commissione europea per il settore del trasporto marittimo.
Sarà possibile con la creazione di un sistema europeo di gestione ambientale dell’impresa di trasporto marittimo (Ems-Mt), basato sul monitoraggio e miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle navi, ricorrendo a strumenti di incentivazione basati sulla modulazione ambientale delle tariffe portuali e delle tasse che gravano sullo shipping.
Questa la più importante novità del piano strategico decennale presentato dal vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per i trasporti, e dal commissario Joe Borg, responsabile per gli affari marittimi e la pesca.
Il piano è finalizzato all’incremento della competitività del trasporto marittimo e al miglioramento delle sue prestazioni ambientali (Cfr.
Comunicazione della Commissione Obiettivi strategici e raccomandazioni per la politica comunitaria dei trasporti marittimi fino al 2018).
Il piano si inserisce nel contesto della più ampia politica marittima integrata dell’UE (cosiddetto Blue paper del 2007. Ndr.), che riguarda tutti i settori che utilizzano o intendono utilizzare la risorsa mare nei prossimi decenni, ed è anche orientato a conseguire obiettivi in altri settori, come l’energia e i trasporti su strada.
I campi di intervento
Quali i campi di intervento?
Nel settore della gestione dei rifiuti, la commissione intende rafforzare la legislazione comunitaria vigente sulla produzione e consegna dei rifiuti delle navi ai servizi portuali di smaltimento.
L’Italia, come si ricorderà, è inadempiente (vedi sentenza della Corte di Giustizia europea del 25 settembre 2008, che condanna l’Italia al pagamento di pesanti sanzioni per la mancata dotazione da parte di tutti i porti italiani del piano di raccolta e smaltimento dei rifiuti delle navi ai sensi della Direttiva 2000/59/EC. Ndr.) e si trova quindi in una pericolosa condizione di difficoltà a innovare, che va al più presto superata.
Per quanto riguarda invece la riduzione delle emissioni di gas serra del trasporto marittimo internazionale, settore sinora escluso dalle politiche climatiche, l’obiettivo è il contenimento della crescita di emissioni.
A questo proposito la Commissione conferma che, qualora l’Imo non approvi uno strumento internazionale legalmente vincolante per il trasporto marittimo entro la conferenza Onu di Copenhagen (Dicembre 2009), interverrà autonomamente con una proposta di provvedimenti a livello europeo, inevitabilmente allineata alla legislazione vigente per il settore terrestre e per l’aviazione.
La commissione ha annunciato inoltre che, per dare attuazione al Piano Imo di riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo e di azoto (SO2 e N2O) approvato a ottobre 2008, promuoverà la valutazione dei mari europei ai fini di una loro eventuale qualifica come aree di controllo delle emissioni, fermo restando la necessità di evitare impatti economici che possano determinare uno «spostamento modale a ritroso», dal mare alla terra.
Sul provvedimento comunitario è anche intervenuta l’associazione Amici della Terra ricordando l’importanza della riduzione delle emissioni delle navi perché il trasporto marittimo mantenga il primato ambientale fra le varie modalità di trasporto.
Nel 2008 l’associazione ha realizzato uno studio di quantificazione dei benefici (costi esterni evitati) del trasporto merci derivanti dalle «autostrade del mare» rispetto al «trasporto tutto strada», che conferma l’utilità sociale dell’ecobonus come strumento di spostamento modale a patto che il trasporto marittimo e la connessa logistica portuale accelerino gli sforzi di miglioramento delle emissioni e di ottimizzazione e sfruttamento delle capacità navali.
«Il settore del trasporto marittimo – dichiara Rosa Filippini, presidente dell’associazione Amici della Terra – ha sinora visto il miglioramento ambientale come un fattore di costo e di freno allo sviluppo.
Con questo piano, il miglioramento ambientale diventa inequivocabilmente un fattore di competitività, sia fra flotte che fra settori di trasporto.
Considerato il posizionamento dell’Italia nel Mediterraneo, è importante che il governo sostenga lo sforzo di miglioramento competitivo del settore intervenendo sui temi ambientali prioritari, come l’efficienza energetica, le applicazioni tecnologiche delle fonti rinnovabili sfruttabili a bordo, la riduzione delle emissioni di CO2, la modernizzazione della flotta con tecnologie di abbattimento delle emissioni e la parallela istituzione di un’area di controllo delle stesse nel Mediterraneo, il recupero e riciclaggio di scarichi e rifiuti, e non ultimo per importanza un sistema di monitoraggio che consenta di programmare al meglio le azioni di miglioramento organizzativo.
Per questo concordiamo con la valutazione finale espressa dalla commissione che i prossimi dieci anni rappresentano un’opportunità unica per rafforzare il contributo del settore marittimo al conseguimento degli obiettivi europei di un trasporto più sostenibile».