Il Gruppo Metro, quarto distributore al mondo con vendite pari a 56,4 miliardi di € nel 2004, dopo aver sviluppato per primo un prototipo di negozio del futuro prosegue nello studio e sperimentazione di nuove tecnologie.
Nell’aprile 2003 il gruppo tedesco ha inaugurato infatti il “Metro Future Store” a Rheinberg in Germania: si tratta di un supermercato ad insegna Extra di 3.972 metri quadri sviluppato in collaborazione con IBM, Intel, SAP, T-Systems e altre 50 aziende dei settori distribuzione, largo consumo, e Information Technology.
Con un assortimento di oltre 40.000 referenze, di cui circa metà alimentari, ha fino ad ora sperimentato tecnologie quali ad esempio Personal Shopping Assistant, Electronic Shelf Labels, Information Terminal, Self Checkout System, nonché sistemi di trasmissione dei dati basati su Rfid.
Inoltre, dallo scorso 17 giugno, data in cui è stata completata l’installazione e la messa in funzione di un sistema in grado di leggere etichette intelligenti di seconda generazione all’interno del “Metro Future Store”, il retailer tedesco è anche il primo distributore ad aver adottato concretamente tale tecnologia.
Il nuovo standard, denominato “Epc Uhf Generation 2”, è il risultato di un’ampia intesa tra aziende operanti nel mercato statunitense dei dispositivi Rfid volta a mettere a punto un protocollo riconosciuto a livello mondiale di concerto con EPCglobal, organizzazione senza fine di lucro creata da EAN International e dallo Uniform Code Council¹.
I nuovi sistemi basati su Rfid di tipo Epc Uhf Generation 2 non solo consentono l’accesso ai dati riposti nei tag, ma permettono di modificare ed aggiungere nuove informazioni anche quando il tag è già stato inserito sugli imballaggi e questi si trovano sui pallet.
In particolare, la soluzione adottata nel “Metro Future Store” si basa su una memoria programmabile da 96 byte, e secondo i suoi promotori, consente una velocità di lettura di 1.700 etichette per secondo in America settentrionale e di 800 etichette per secondo in Europa, dove le limitazioni delle potenze d’emissione sono più rigorose (2 W in Europa contro 4 W negli Stati Uniti).
Nell’arco di 2 settimane IBM e Intermec Technologies hanno realizzato un upgrade nel “Metro Future Store” del pre-esistente lettore Rfid IF5 e dei software IBM WebSphere Device Infrastructure e Premises Server, che in tal modo sono ora in grado di riconoscere anche gli standard di seconda generazione.
Più in dettaglio, i pallet in arrivo riportanti le etichette di seconda generazione, vengono letti presso le bocche di carico/scarico da un lettore Intermec IF5, che usa lIBM Rfid middleware² per raccogliere e filtrare i dati, eseguire processi aziendali e integrare le informazioni Rfid con applicazioni di software di ERP (Enterprise Resource Planning) e di gestione dei magazzini.
Secondo Bernd Büker, responsabile del settore commercio al dettaglio all’interno del ramo di consulenza IBM, “i sistemi di seconda generazione rappresentano la risposta ideale alle richieste dei clienti, che vogliono lettori più sofisticati, veloci ed universali”.
Secondo IBM, nonostante questo nuovo sistema sia stato testato solo per un breve lasso di tempo, i vantaggi dei nuovi processi basati su Rfid di tipo Epc Uhf Generation 2 rispetto ai pre-esistenti sono evidenti: – ridotti tempi di lettura e scrittura dei tag fino a 10 volte inferiori; – capacità di leggere etichette prodotte da numerosi fornitori; – possibilità di realizzare strutture con elevata densità di lettori senza rischio di interferenze; – interoperabilità tra i componenti del sistema.
Dopo il successo dell’implementazione nel Future Store, tale tecnologia sarà attivata anche nel centro distributivo del Gruppo Metro di Essen, mentre entro la fine del 2005 a più di 100 fornitori sarà richiesto di adottarla.
Attualmente il gruppo Metro, che conta più di 2.400 punti vendita in oltre 30 Paesi nel mondo, vanta già più di 100.000 pallet letti con sistema Rfid.
1. L’organizzazione di codifica statunitense che gestisce il sistema EAN/UCC negli Stati Uniti ed in Canada.
2. Letteralmente software di mezzo, si tratta di un’interfaccia che funge da intermediario tra diverse applicazioni software, permettendo a più entità (processi, oggetti ecc.), residenti su uno o più elaboratori, di interagire attraverso una rete di interconnessione a dispetto di differenze nei protocolli di comunicazione, architetture dei sistemi locali, sistemi operativi, ecc.