Industria e Grossisti non si sono ancora parlati dei nuovi obblighi che scatteranno dal primo gennaio, ma gli operatori del settore convengono che è indispensabile che ciò avvenga al più presto possibile. E’ emerso chiaramente nel corso del convegno organizzato dall’Università di Parma e da BollicineCommunity con la collaborazione del Master in “Commercializzazione e logistica dei prodotti agroalimentari” (CLAA) e, con il patrocinio di Italgrob, sul tema “Rintracciabilità e logistica nell’ultimo miglio”.
Stefano Bergamin, Direttore Area Agroalimentare Indicod-Ecr, ha illustrato i principi guida seguiti da Industria e Grande Distribuzione nell’elaborazione di accordi e strategie comuni:
1) la definizione di un modello operativo standard è il presupposto indispensabile per attuare la rintracciabilità interaziendale con lo scopo condiviso di gestire il ritiro di un prodotto non conforme;
2) la rintracciabilità è un obiettivo da perseguire migliorando progressivamente i processi aziendali, non è un nuovo processo;
3) l’utilizzo di strumenti tecnologici non può essere prescritto per legge;
4) non ha senso trasmettere informazioni che non vengono utilizzate o su un supporto che non può essere utilizzato.
Un modello operativo standard facilmente implementabile da tutta la filiera è nell’interesse di tutti gli attori, ma prima di tutto dell’Industria perché deve difendere i propri marchi e soprattutto perché non può presidiare direttamente il mercato HoReCa, la cui complessità numerica ed evolutiva, anche in termini di nuove sfide competitive (ad esempio i cash&carry) è stata riccamente illustrata e documentata da Davide Pellegrini, Direttore corso HoReCa Distech, Università di Parma.
Luca Lanini, docente di logistica agroalimentare e coordinatore del Master CLAA, condividendo questa prospettiva, ha chiarito i concetti di tracciabilità ascendente (ricerca della causa del problema) e discendente (localizzazione dei prodotti a rischio), precisando che un salto qualitativo dei due processi che governano le crisi alimentari non può prescindere dal tracciare il legame fornitore/cliente – prodotto – lotto di produzione. Lanini ha poi posto l’accento sul seguente aspetto: “la revisione della logistica non è solo un problema tecnologico, ma anche, e soprattutto, organizzativo. E’ necessario trattare con efficienza e sicurezza non solo le merci ma anche le informazioni: identificare, gestire i legami, registrare i dati, comunicare”.
Nel pomeriggio, Luigi Quagliotti e Francesco Gozzi di Data Flow e Replica Sistemi rispettivamente, hanno illustrato due modelli, chiarendo che le difficoltà maggiori che il distributore medio dovrà risolvere saranno legate alle operazioni di picking. “I problemi, fa notare Graziano Guazzi, General Manager di Data Flow, potrebbero diminuire drasticamente se sulle confezioni venisse riportato il lotto anche con il barcode. Fortunatamente, qualche industria lo sta facendo, segnale che la cosa non è poi così difficile. In tal modo, si renderebbero possibili numerose soluzioni, anche in tentata vendita, utilizzando i lettori di bar code. In particolare le aziende medio piccole potrebbero fare ugualmente bene la loro parte, anche nell’interesse dell’industria, optando per interventi minimi sulla logistica e sul software.”