Trasporti nazionali e internazionali

Logistica e trasporti: qual è la situazione in Italia?

12 luglio 2016
AGGIORNATO AL 25 FEBBRAIO 2022

Sono passati poco più di due anni dall'entrata in vigore dell'Autorità di regolazione dei trasporti, avvenuta il 15 gennaio 2014.
L'Autorità ha presentato quest'anno alla Camera dei Deputati il Terzo Rapporto Annuale sulle proprie attività.
Datato 14 giugno, presenta un'interessante analisi sulle caratteristiche infrastrutturali e sui dati economici relativi alle diverse modalità di trasporto.
Il Rapporto descrive quindi tutte le attività effettuate dall'Autorità.


Intermodalità e sviluppo tecnologico


Il settore dei trasporti rappresenta, a livello europeo, il 5% dell'economia.
Per l'Autorità, quindi, è fondamentale costituire uno spazio unico europeo sulla base degli obiettivi inseriti nel Libro Bianco del 2011 dalla Commissione UE.

Obiettivi che dovrebbe essere perseguiti entro il 2050 e che comprendono il trasferimento del trasporto di merci dalla gomma ad altre modalità, e la creazione di una rete ferroviaria europea ad alta velocità.

Entro il 2030 il 30% delle merci che percorre più di 300 km dovrà viaggiare su ferrovia o sulle vie navigabili, per arrivare al 50% entro il 2050.
In Italia quello su gomma è la principale modalità di trasporto, l'80% nel traffico di passeggeri e l'87% in quello delle merci.

Il trasporto intermodale in Italia si concilia con difficoltà con il traffico marittimo, soprattutto per la scarsità di infrastrutture, anche se nel 2013 il dato sulle merci movimentate è di 48 milioni di tonnellate e l'intermodalità ha acquisito un ruolo importante soprattutto all'interno dei traffici portuali, in particolare per il traffico Ro-Ro.

Il potenziamento tecnologico e l'efficientamento delle infrastrutture comprendono, come previsto nel DEF 2016, lo sviluppo di Sistemi di Trasporto Intelligenti.
Grazie ad una migliore gestione del traffico, infatti, migliora anche l'infrastruttura oltre a rendere possibile sistemi di monitoraggio, ad esempio del traffico navale e fluviale, e a garantire la sicurezza.

Il grande potenziale per l'ambito portuale e logistico è rappresentato dall'utilizzo delle tecnologie informatiche, la condivisione di reti, piattaforme uniche per la gestione di adempimenti amministrativi nei porti e nei sistemi logistici.

Interventi che, con costi contenuti rispetto agli investimenti in infrastrutture, possono accrescere notevolmente - secondo l'Autorità - la capacità produttiva degli scali e velocizzare nel breve-medio periodo i cicli operativi, accelerando lo svuotamento dei piazzali.


Le infrastrutture: autostrade, ferrovie, porti e aeroporti


Oltre l'80% del traffico merci nazionale e internazionale nel 2013 in Italia si è mosso su strada, contro il 13% tramite ferrovia.
Dal Rapporto emerge come i maggiori interventi effettuati dalle concessionarie autostradali (ne sono state analizzate 20 per il 2015) si siano concentrati su investimenti di tipo immateriale, come il monitoraggio e gli interventi per sistemare l'usura delle strade: il 62% dei 1.461 milioni di euro complessivi.

Il 36% degli investimenti sono relativi a materiale devolvibile, ovvero che deve essere consegnato al concedente in perfetta efficienza al termine della concessione.
Soltanto il 2% ha interessato investimenti di tipo materiale non devolvibili.

Nel settore ferroviario, guardando all'estensione dell'infrastruttura ferroviaria, l'Italia è terza a livello europeo, dopo la Germania e la Francia e prima della Polonia.
Mentre la Francia e la Germania hanno reti elettrificate e non rispettivamente per circa il 50%, in Italia la percentuale di linee elettrificate sale al 66%.
L'Italia è stata la prima ad inaugurare una linea ad Alta Velocità e oggi possiede la quarta rete per estensione.

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Esiste un gap, però, rispetto a Francia, Germania e Spagna, secondo l'Autorità difficile da colmare.
La rete spagnola, ad esempio, grazie a una massiccia campagna di investimenti negli ultimi anni, ha superato la Francia detenendo oggi il primato della rete AV più estesa d'Europa.
In Italia ci sono 45 treni-km giornalieri, ponendo il nostro Paese leggermente sopra alla Francia, ma molto al di sotto della Germania e del Regno Unito.

RFI rappresenta l'84% delle linee ferroviarie italiane e l'87% dei binari totali.
Mentre al nord e al centro si è privilegiata l'alimentazione ad energia elettrica, al sud la principale alimentazione è a gasolio. 
Per quanto riguarda il traffico commerciale aeroportuale, il peso nel traffico merci interno in Italia è ancora poco consistente, anche se nel 2015 c'è stato un positivo andamento del settore cargo, con una crescita del 4,1% rispetto al 2014 e un volume di traffico di oltre 931 mila tonnellate.

I poli principali dello scambio risultano essere Milano, Roma e Bergamo.
Nell'analisi del sistema portuale italiano, risulta ancora marcata la distanza in termini di traffico con i porti del nord Europa, in particolar modo con il porto di Rotterdam.
Nel 2014 Rotterdam, con 12,3 milioni di TEU, ha movimentato più container da solo che l'intero sistema italiano (10,2 milioni).

Nel 2014 le entrare del Settore Portuale Nazionale sono state pari a circa 1.112 milioni di euro, in aumento del 29% rispetto al 2013, mentre le uscite sono state pari a 937,7 milioni di euro, con un incremento del 28,4%.

I contributi pubblici sono aumentati tra il 2013 e il 2014, passando da 197,8 milioni di euro a 466,2 milioni di euro, destinati principalmente alla realizzazione di opere a Salerno e Taranto (18%), Augusta (17%), Olbia-G.Aranci (8%), Civitavecchia (7%), Genova e Piombino (6%).

Gli investimenti ammontano a 539,3 milioni di euro sull’intero settore nazionale e le quote principali riguardano i porti di Taranto (20%), Augusta (17%), Genova (10%), Salerno (8%), Civitavecchia (7%), Venezia (6%), Napoli e Piombino (5%), Trieste e Livorno (4%).

Il settore interportuale


Il Rapporto evidenzia come il perdurare della crisi economica abbia enfatizzato l'importanza della logistica e del trasporto delle merci come possibile driver per la crescita economica.
Gli interporti sono l'elemento chiave e favoriscono l'intermodalità grazie alla propria posizione nodale sulle reti di trasporto e ai collegamenti funzionali stradali e ferroviari.

Il Rapporto mette in luce come il panorama italiano del settore sia caratterizzato da una proliferazione di infrastrutture non sempre aderenti alla necessità di concentrare adeguati volumi di domanda, o all'opportunità di evitare duplicazioni e ridondanze.

Un elemento riportato nel DEF 2016. Su 77 impianti, infatti, i principali sono soltanto 16, con più di 40 treni a settimana, e sono localizzati nel nord Italia, ad eccezione dell'impianto di Catania Bicocca.
Il combinato terrestre rappresenta circa il 23% e rappresenta la componente preponderante nei traffici internazionali.
L’intermodale marittimo (22%) ha carattere prevalentemente nazionale.


L'attività dell'Autorità


Tra i numerosi adempimenti, l'Autorità ha rappresentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo le segnalazioni da parte di alcuni operatori del trasporto ferroviario merci, l'esigenza di adottare misure esplicative ed attuative della disposizione contenuta nella Legge di Stabilità 2015, che prevede la destinazione di 100 milioni di euro annui, dal 2015, alla “compensazione degli oneri per il traghettamento ferroviario delle merci, dei servizi ad esso connessi e del canone di utilizzo dell’infrastruttura dovuto dalle imprese ferroviarie per l’effettuazione di trasporti delle merci, compresi quelli transfrontalieri, aventi origine o destinazione nelle Regioni Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia”.

L'Autorità è anche intervenuta sul pedaggio AV/AC: ne è nata una Call for Inputs a cui hanno partecipato 8 soggetti tra cui NTV, Trenitalia e l’associazione FerCargo, che raggruppa la gran parte delle Imprese ferroviarie, diverse da Trenitalia, che operano nel settore merci, a cui è seguita una consultazione pubblica (entrambe sono pubblicate all’indirizzo web: www.autorita-trasporti.it > Attività > Consultazioni).

In occasione dell’aggiornamento del PIR, il Prospetto Informativo della Rete, l’Autorità ha impartito con Delibera n. 104 del 4 dicembre 2015 alcune indicazioni e prescrizioni per rendere più chiare e coerenti le disposizioni contenute nel PIR e ad assicurare che siano rispettose delle misure di regolazione in materia di accesso all’infrastruttura.
L’Autorità ha anche il ruolo di organismo di regolazione coordinatore del Corridoio Mediterraneo, il cui Managing Board, costituito dalle imprese che gestiscono le infrastrutture nei Paesi membri, ha sede a Milano.

Per quanto riguarda il trasporto via mare, l’Autorità ha intrapreso le attività di ricognizione delle peculiarità, delle criticità di sistema e delle esigenze regolatorie relative al settore marittimo e portuale.

“La competitività del sistema economico nazionale – si legge nel Rapporto – non può prescindere dalla valorizzazione dei propri scali marittimi e dall’ottimizzazione delle connessioni di questi ultimi con i mercati di riferimento, costituendo un’unica catena logistica la cui efficienza operativa possa riflettersi, in definitiva, sui costi dei prodotti per gli utenti finali”.

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