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Da Brescia a Genova due progetti industriali che puntano sulla logistica del food.

Obiettivo primario è rilanciare i mercati ortofrutticoli, così da creare dei poli logistici dell’agroalimentare.




Outsourcing

Da Brescia a Genova due progetti industriali che puntano sulla logistica del food.

17 Maggio 2016

Premessa
Il MAB, mercato agroalimentare bresciano elaborato da Brescia Mercati, ha l’obiettivo di costituirsi come polo logistico industriale di riferimento per l’agroalimentare che copra l’area dall’attuale Ortomercato fino all’ex tubificio Pietra di via Orzinuovi e al comparto Milano.

I modelli di riferimento sono il Markthal di Rotterdam e gli ortomercati di Parigi, Barcellona e Bologna.
Nel programma di Brescia Mercati ci sono la creazione di un centro di lavorazione alimentare e di una cittadella del cibo; una grande piattaforma logistica; l’apertura di un tavolo operativo con i vettori del trasporto e la costituzione di un polo per la ricerca di settore.

Un polo avveniristico strategico per offrire nuovi servizi
Sarà una vetrina nazionale e internazionale del settore dell’agroalimentare: ortofrutta, latte, formaggi, vino, produzione ittica, la filiera del suino, le produzioni tipiche dei laghi, delle valli e di tutto il territorio, offrendo un innovativo business model per rispondere alle nuove tendenze dei mercati nel rispetto delle esigenze dei consumatori finali: è il progetto del nuovo Mab, il mercato agroalimentare bresciano che ha l’obiettivo di sfruttare al massimo la posizione strategica dal punto di vista trasportistico (da lì passano due autostrade, ferrovie, il potenziamento del futuro scalo merci alla Piccola Velocità).

I modelli di riferimento?
Il nuovo avveniristico Markthal di Rotterdam (in Olanda) ma anche gli ortomercati di Bologna o Parigi o Barcellona.
Capaci di movimentare molte più merci di quelle vendute oggi all’ortomercato (75 milioni di chili nel 2015, in calo di ben 36 milioni rispetto al 2011).
«Bisogna ampliare l’offerta di prodotti e di servizi ed essere più competitivi», si legge nella presentazione del progetto.

Il Piano industriale del Consorzio Brescia Mercati vede l’evoluzione dell’Ortomercato da semplice contenitore di spazi a piattaforma di servizi per grossisti, produttori e operatori dell’agroalimentare e vetrina per la valorizzazione del comparto agroalimentare bresciano.
Il Piano nasce dai confronti che si sono svolti sui tavoli strategici avviati nel corso del 2015 per iniziativa del Consiglio di Amministrazione del Consorzio.
Il compito affidato a studiosi e professionisti specializzati è stato quello di mettere a punto un piano di rilancio per il mercato ortofrutticolo della provincia, che si colloca tra le più importanti per PIL agricolo in Italia e in posizione strategica rispetto alla rete del trasporto aereo, ferroviario e su gomma, e linee strategiche per la realizzazione di un Polo Logistico Industriale Agro Alimentare.

Un mestiere nel futuro
L’obiettivo strategico che si è dato il gruppo di lavoro è stato quello di definire il “mestiere” che dovrà svolgere il futuro mercato, in relazione agli interessi della città e dell’area orientale lombarda.
È stato chiaro fin da subito che ciò avrebbe implicato conoscere a fondo e valutare il grado di coinvolgimento e interesse degli operatori già presenti, nonché la possibile apertura a nuovi operatori, siano essi del settore produttivo, commerciale o di quello logistico distributivo.

Quale è la funzione di un mercato grossista agroalimentare moderno?
Il mercato è un luogo di scambi commerciali di prodotti agroalimentari freschi (non solo ortofrutta ma anche pesce, formaggi, carne, fiori); il mercato è un luogo che offre servizi per la logistica delle merci; il mercato è un centro di aggregazione delle produzioni locali, sia per la loro vendita (mercato grossista dei produttori locali, farmers market dal produttore al consumatore, mercato dei prodotti tipici) sia per la loro comunicazione culturale e qualitativa (marketing territoriale).

Cinque azioni per il mercato di domani
1. Il centro di lavorazione alimentare
Consideriamo il contesto congiunturale:

  • il mercato interno “soffre”
  • il settore agroalimentare si conferma sempre di più il traino dell’export italiano: prodotti freschi e trasformati, ad alto contenuto di servizi e di innovazione, simboli del Made in Italy e della cultura alimentare italiana;
  • cresce la domanda di prodotti confezionati e porzionati rispetto al prodotto venduto allo stato sfuso e a peso variabile
  • crescono, purtroppo, le frodi alimentari soprattutto per i prodotti del Made in Italy, che ormai raggiungono un valore stimato di circa 70 miliardi di euro, più del doppio dell’export ufficiale. Si tratta senza alcun dubbio di un vero e proprio “mancato” fatturato in export per la nostra economia ed il nostro sistema Paese.

Il rilancio della commercializzazione agroalimentare a Brescia non deve prescindere da questi fatti e, anzi, deve posizionarsi dentro questo nuovo spazio competitivo, organizzandosi per rispondere a nuove esigenze e dunque cogliere le opportunità del mercato.

2. La sinergia con le infrastrutture del territorio (aeroporti, ferrovie, rete stradale).
Lavorare sull’export è strategico per un territorio come quello bresciano, se riuscirà a creare le condizioni per sviluppare la sua capacità di fare concentrazione dell’offerta e massa critica, mettendo a valore le sue grandi capacità commerciali e per le altrettanto importanti potenzialità logistiche.
Brescia è al centro di un nodo logistico infrastrutturale di primaria importanza formato dall’aeroporto di Montichiari e dalla sua potenziale vocazione al servizio cargo,  o l’asse stradale dell’A4, perno del Corridoio 3 Lisbona-Kiev (o Torino-Trieste per limitarsi alla parte italiana)  o  la vicinanza con Verona-Quadrante Europa, il più importante interporto di Europa fortemente vocato all’intermodalità terrestre strada-ferro.

3. L’attivazione di servizi logistici (controllo temperatura, catena del freddo, stoccaggio)
La logistica ha rappresentato uno degli assi strategici nel rinnovamento e nell’evoluzione dei mercati all’ingrosso in Europa.
Il mercato di Brescia deve ospitare al suo interno piattaforme commerciali e logistiche di terzi che, pur perseguendo fini e obiettivi commerciali propri, dimostrino capacità di relazione con il territorio economico circostante, in termini di reperimento di prodotti, di know how commerciale e logistico, competenze operative.
Lo sviluppo commerciale e logistico può avvenire anche attraverso la cessione di un’area a privati terzi ai fini della costruzione di una piattaforma logistica fortemente caratterizzata per i prodotti freschi deperibili.
Tra i settori più strategici vi è certamente il controllo della temperatura e la gestione della catena del freddo.

4. MAB, il Mercato Agroalimentare Bresciano per la valorizzazione dei prodotti locali.
Il nuovo consumatore che si affaccia sul mercato dei prodotti agroalimentari, soprattutto di quelli freschi, è portatore di nuovi bisogni e domanda nuove certezze, sulla qualità, sull’origine, sull’etica alimentare, sulla sostenibilità.
Lo scenario futuro possibile per il Mercato di Brescia prevede anche una sua evoluzione verso un concept innovativo, che assomigli più alla “casa dei consumatori” senza nulla togliere alla vecchia “casa degli operatori” (anzi migliorandola!).
Un’idea di mercato metropolitano, con negozi e punti vendita dei prodotti locali, punti di ristoro di prodotti a forte caratterizzazione locale e territoriale, con spazi culturali dedicati alla diffusione della cultura alimentare e della sana alimentazione con i prodotti del Made in Italy.
La futura possibile “cittadella del cibo” di Brescia ha in sostanza l’obiettivo di creare un nuovo luogo di scambio agroalimentare, non solo dei prodotti ma anche dei “saperi”, aperto alla Città ed al suo territorio e abitato da quel popolo composito fatto da imprese, operatori, consumatori e cittadini che sono l’amalgama della nostra società economica.

5. Il polo della ricerca per la qualità agroalimentare
In questo quadro di valorizzazione ampia dei prodotti agroalimentari, dalla compra/vendita alla gestione logistica, fino alla ristorazione ed alla comunicazione al consumatore, non dovrebbe mancare la dimensione “scientifica” che sta a monte di ogni ragionamento o preoccupazione sulla qualità e sulla salute alimentare.

Brescia dovrebbe quindi adoperarsi per ospitare nella grande area del Mercato anche quelle attività di analisi e di ricerca scientifica così sinergiche alle attività in esso sviluppate.
Qui troverebbero buone ragioni di esistere nonché importanti sinergie:

  • Laboratori di analisi pubblici e privati sulla qualità agroalimentare
  • Eventuali sedi operative dei nuclei investigativi antisofisticazioni (NAS, ICQRF del Mipaf)
  • Centri di ricerca fondamentale o applicata, o sperimentali, legati ad università, laboratori e aziende, su temi che possono spaziare dal controllo dei prodotti al controllo dei processi (di lavorazione, catena del freddo, packaging).
  • Un polo della ricerca agroalimentare localizzato in questa area avrebbe certamente un impatto fondamentale con l’intero sistema agroalimentare regionale e nazionale.

Anche Genova ci sta pensando
Una nuova sfida si apre anche per Genova: il progetto, relativo al Mercato Ortofrutticolo di Genova, consentirà di aumentare il volume della merce spedita, magari sfruttando il trasporto su rotaia.
Secondo il presidente di Spim Spa Stefano Franciolini – società al 100% controllata dal Comune di Genova –, uno dei quattro soci di SGM, la società che gestisce il Mercato Ortofrutticolo di Genova, con il “progetto logistica” la spedizione di frutta e verdura potrebbe avere un’accelerazione decisiva, sfruttando meglio la collocazione geografica del Mercato (Bolzaneto) che si trova vicino all’autostrada, ma soprattutto anche al porto e alla ferrovia.

L’idea è quella di portare i binari dentro alla struttura.
“La logica è un po’ quella del nostro porto — spiega il presidente di Spim Stefano Franciolini in un’intervista recente a Repubblica —  Se mancano gli spazi per crescere, si punta sulla logistica per movimentare più merce oltre gli Appennini.
Questo progetto consente infatti di trasformare Bolzaneto da impianto mercatale a polo logistico, un salto di qualità che permette non solo di aumentare i volumi, ma anche di dare valore aggiunto alla merce, con attività distributive e logistiche che potranno attrarre nuovi clienti”.






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