Premessa
I numeri quasi incredibili che raccontano l’operato dell’assessorato regionale ai trasporti in Campania dal 2010 al 2015.
La Campania ne esce completamente con le “rotaie rotte”: dalle carrozze vecchie, consunte, sporche, all’utenza che si trova a combattere con comunicazioni errate pubblicate presso le stazioni e corse soppresse, quando non in tremendo ritardo.
E in più centinaia di migliaia di pendolari che si spostano in Campania giornalmente che, oltre a dover subire disagi continui, devono anche assistere a scene ignominiose come quelle di un controllore che fa finta di non vedere gli extracomunitari, immigrati e rom, mentre, invece, tartassa un povero italiano che a causa di una obliteratrice automatica non funzionante non è riuscito a fare il biglietto.
Breve cronistoria di un collasso annunciato.
Un po’ di numeri
Seicentomila passeggeri al giorno persi sull’intera rete dei trasporti pubblici della Campania, Cumana con frequenza di 20/30 minuti (10 minuti nella tratta Montesanto – Bagnoli nel 2010), 50 treni disponibili sulla Circumvesuviana (erano oltre 100 nel 2010), corse dimezzate ed irregolari sulla linea Arcobaleno MCNE, migliaia di corse in meno su tutta la rete autobus regionale, 337 treni in meno sulla rete Trenitalia (1007 nel 2010, 670 nel 2015), nessun cantiere operativo concluso e consegnato, nessun nuovo cantiere aperto, nessun nuovo treno messo in servizio della fornitura FIREMA, cancellazione del biglietto UNICO, aziende pubbliche fallite e in crisi.
Dal 2010 la Regione ha ridotto le risorse per i servizi di trasporto pubblico sia su gomma sia su ferro di ben 132 milioni (-18%), passando dai 719 milioni del 2010 ai 587 del 2012, addirittura per la gomma il taglio è ancora più pesante attestandosi al 27,7%.
E ancora, stando al dossier di Legambiente, sono complessivamente 431 i treni in servizio sulla rete regionale, di cui 396 di alta frequenza e 35 di media percorrenza, con una tipologia di 331 elettrici e 100 diesel.
L’età dei convogli
Ebbene, l’età media dei convogli in circolazione è di 17,3 anni, ma il 78,3 per cento hanno più di 20 anni di età e una parte di questi arriva a sfiorare addirittura i 30 anni.
Su questo versante si registrano distanze siderali con regioni come il Veneto (solo il 32,7 per cento dei convogli ha più di 20 anni), l’Emilia Romagna (38,2 per cento) o la Toscana (18,5 per cento).
I tram: a Napoli sono 52, la metà dei quali hanno già spento da un pezzo le venti candeline.
E i treni metropolitani? All’ombra del Vesuvio sono 81 e solo il 56,8 per cento hanno meno di 20 anni.
A conti fatti, per migliorare sensibilmente i servizi in Campania servirebbero subito 167 nuovi mezzi: per la precisione, 117 treni per il trasporto regionale, 40 per rafforzare le linee metropolitane, 10 tram per il servizio urbano.
In questo quadro a farne le spese sono soprattutto i 270mila pendolari.
Il decadimento dei servizi e l’aumento dell’irregolarità degli stessi ha causato in questi anni il crollo dell’utenza, diminuito in maniera sensibile i ricavi per le aziende già in difficoltà a causa di tagli ai finanziamenti e montagne di crediti da ricevere.
Questo incredibile mix di fattori, unito a risposte politiche e decisioni assolutamente inefficaci, ha portato ad un generale impoverimento del sistema del trasporto pubblico regionale, causando da un lato la totale insoddisfazione dell’utenza costretta a viaggiare in modo non adeguato (mezzi stracolmi, frequenze diradate, corse soppresse) e dall’altro causando un ritorno allo spostamento su mezzi privati aumentando quindi la congestione stradale.
L’ultimo annuncio
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva ribadito l’impegno prioritario della Giunta per il settore trasporti, dopo l’incendio che ha distrutto un convoglio della Cumana.
“Dopo cinque anni persi e milioni di fondi europei non utilizzati – ha affermato il presidente – stiamo pianificando, con l’uso razionale ed efficace delle risorse comunitarie, un massiccio acquisto di nuovi convogli ferroviari.
Vogliamo garantire – ha aggiunto il Governatore – la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, restituire alla Campania un trasporto pubblico su ferro civile, assicurare il diritto alla mobilità“.
L’accordo con Trenitalia
Sul trasporto pubblico locale si deve, quindi, da subito invertire la rotta mettendolo nuovamente al centro delle politiche regionali, con scelte utili a riprendere quel percorso avviato di potenziamento e competitività dei servizi della regione e delle sue aree urbane.
Azioni mirate di brevi e lungo periodo cercando di dare immediato ossigeno alle aziende in modo da far ritornare i servizi a livelli accettabili e, dall’altro, cercando di efficientare abbattendo le spese, accorpando aziende ed aumentando nel limiti del possibile le risorse disponibili.
Proprio a giugno le problematiche e le prospettive del trasporto su ferro in Campania sono state al centro di un incontro che il presidente Vincenzo De Luca ha avuto con alcuni dirigenti di Trenitalia.
Nel corso della riunione si è discusso del credito vantato dall’Azienda verso la Regione Campania, che ammonta, per arretrati 2010-2013, a circa 150 milioni di euro.
De Luca ha voluto sottolineare che occorre definire questa partita per permettere a Trenitalia di ripartire immediatamente con investimenti che consentano la messa in servizio di nuovi treni, oltre che la manutenzione ed il revamping del materiale rotabile attualmente in uso.
L’accordo chiuso a settembre consentirà l’arrivo in Campania di 2 treni TAF (Treni ad alta frequentazione), provenienti dall’Emilia-Romagna, in cambio di 2 treni Vivalto e l’incremento dei treni disponibili per la Campania con l’arrivo di 3 convogli MD (Media Distanza).
Uno dei principali vantaggi derivanti dall’acquisizione dei due TAF è costituito dall’avere a disposizione un’unica tipologia di treni per le principali direttrici di traffico, come ad esempio la Napoli-Caserta, che comporterà un significativo efficientamento della manutenzione, con ricadute positive sull’affidabilità e la regolarità dei servizi.
Un ulteriore vantaggio che si otterrà grazie a quest’accordo sarà l’aumento del numero di treni e quindi dei posti disponibili: grazie ai 3 MD in arrivo, infatti, si avrà un incremento complessivo di 2.460 posti a sedere (820 posti a treno).
Anche sui tre convogli MD in arrivo sono in corso interventi di miglioramento di arredi e impianti tecnologici (nuovi sedili, nuovi finestrini, nuova illuminazione, impianto di aria condizionata, impianto di sonorizzazione di bordo), in modo da aumentare il livello offerto di comfort di viaggio.
Le carrozze MD, infine, riammodernate e ad elevata flessibilità, saranno destinate a coprire le relazioni di lunga distanza verso il Lazio e verso la Calabria.