In un approfondimento di Mario Deaglio, docente di Economia all’Università di Torino, secondo l’Istituto per gli Studi di politica internazionale emergono i cambiamenti in atto nell’ambito dei trasporti, sia per motivi climatici sia geopolitici.
A causa del ritiro dei ghiacci si sta aprendo un passaggio a Nord-Est: quello che dai porti del Mare d’Europa settentrionale arriva all’Asia sudorientale affiancando le penisole artiche siberiane, che fa risparmiare quasi due terzi di tragitto rispetto a quello Gibilterra/Suez/Malacca.
I passi avanti più importanti sono certamente in ambito ferroviario, come la Nuova Transiberiana che congiunge la città cinese Chongqing con la tedesca Duisburg; allo studio, per iniziativa cinese, altri progetti come l’arrivo dell’Alta Velocità tra Pechino e Mosca.
Nei piani cinesi vi è anche una ferrovia transcontinentale sudamericana che dal Brasile dovrebbe portare in Colombia, Perù e Cile, e una linea ferroviaria collegherà Uganda, Ruanda, Burundi e Sudan meridionale, sostituendo la precedente linea inglese d’era coloniale.
Mentre l’Europa in questo scenario pare un po’ in ritardo, la strategia cinese appare chiara: i loro collegamenti si estendono ormai a tutto il mondo, con rami che s’intrecciano, similmente a quello che avveniva ai tempi dell’Impero Britannico.