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Libro Bianco: come affrontare i cambiamenti dell’industria medicale in Europa.

DHL Supply Chain pubblica il documento sulla nuova logistica dei dispositivi medici.




Outsourcing

Libro Bianco: come affrontare i cambiamenti dell’industria medicale in Europa.

9 Novembre 2015

Premessa
Il Libro Bianco DHL di cui è autrice Lisa Harrington, presidente di Harrington Group LLC, multinazionale nella consulenza dei servizi logistici, rivela l’impatto dei cambiamenti in corso sui modelli di supply chain del mondo medicale in Europa e suggerisce alle imprese del settore 4 direttrici da seguire per far fronte alle nuove condizioni del mercato:

  • segmentazione della supply chain per valore e caratteristiche di prodotto;
  • creazione di un modello di distribuzione diretta;
  • ricorso a servizi di distribuzione condivisi;
  • affidamento delle attività logistiche in outsourcing a un provider logistico.

“È giunto il momento – spiega nella premessa Lisa Harrington – di ridisegnare il modello operativo europeo dei dispositivi medici in generale e della logistica in particolare.
I principali produttori lo stanno già facendo, lavorando con i rispettivi provider logistici per ristrutturare le proprie modalità operative e abbracciare nuove soluzioni di outsourcing e servizi condivisi.

Soddisfare la doppia sfida di ridurre i costi e assolvere gli impegni di servizio non è un compito facile.
Tuttavia, con le giuste partnership, si può fare e possono vincere tutti, compresi i clienti finali: i pazienti”, conclude la Harrington.

Il mercato dei dispositivi medici

Questo tipo di settore specifico in Europa è attraversato da profondi cambiamenti e le aziende produttrici devono fare i conti con nuovi problemi e nuove sfide, in particolare sul terreno della logistica.
Di fronte all’erosione dei margini di profitto, a una pressione sempre più forte dei costi, alla definizione di un sistema healthcare sempre più value-based e a un quadro regolatorio più severo, chi produce dispositivi medici deve trovare nuovi approcci alla logistica per ridurre i costi e allo stesso tempo mantenere elevato il livello dei servizi.

“L’industria europea dei dispositivi medici ha affrontato diverse evoluzioni nel tempo – afferma Eddy De Vita, presidente e amministratore delegato di DHL Supply Chain Italia e presidente della divisione EMEA Life Sciences & Healthcare – ma in questo momento assistiamo a un’accelerazione.
La tendenza verso nuove garanzie di qualità e un quadro regolatorio più severo stanno conferendo sempre maggiore complessità alla supply chain medicale.
Siamo in un momento di grande pressione per il taglio delle spese da parte di governi, clienti, operatori sanitari e pazienti; al contempo si verificano significative differenze tra i mercati e le attività operative.
Le condizioni epidemiologiche nei mercati emergenti dell’Europa orientale iniziano ad allinearsi con quelle dei Paesi dell’Europa Occidentale.

Tuttavia, le preferenze di prodotto, i meccanismi produttivi, i regolamenti e i canali di distribuzione continuano a differire ampiamente nei vari Paesi e rendono l’Europa un mercato molto complesso da servire.
Il Libro Bianco che abbiamo prodotto offre un supporto per individuare strategie e soluzioni logistiche per affrontare tali sfide ”.

Segmentare la Supply Chain
In Europa, nel settore dei medical device, sia i prodotti sia i mercati si differenziano molto.
Da un lato, ad esempio, dispositivi “premium” con un elevato rapporto valore/margine contro prodotti molto più economici e meno sofisticati; dall’altro, profili diversi di payer come privati o sistemi sanitari pubblici.

Queste diversità richiedono che la struttura dei costi della supply chain sia calibrata tenendo conto di molti fattori.
Secondo DHL, la segmentazione della supply chain può aiutare i produttori di dispositivi, ad esempio attraverso il trasporto su misura e lo stoccaggio capillare pianificato in base alla tipologia di prodotto.

Nel caso di dispositivi con valore basso e volumi di consumo molto elevati, il trasporto può avvenire via mare o su gomma (a lungo raggio), mentre per la distribuzione si può fare ricorso a centri di smistamento regionali o strutture di cross-docking situate in prossimità dei mercati finali.
Per i dispositivi ad alta specializzazione e di alto valore, invece, meglio modalità di trasporto “premium” (aereo o servizi express) e una distribuzione organizzata da unico hub globale o regionale collegato direttamente con ospedali e reparti.

Un modello alternativo di distribuzione è quello basato su forward stock location, ovvero piccoli magazzini condivisi da più utenti situati vicino ai punti di utilizzo per garantire una risposta rapida agli ospedali.
Molti analisti ritengono che entro il 2025 le aziende produttrici di medical device avranno completato il processo di segmentazione, individuando quattro categorie di base: prodotti ad alto valore, dispositivi innovativi standard, dispositivi generici lowtech e dispositivi consumabili di valore più basso.

La distribuzione diretta
Per ridurre i costi e aumentare i profitti, molti produttori in Europa prendono in considerazione l’idea di servire direttamente alcuni clienti, un approccio alternativo a quello tradizionale basato sul modello distributore- intermediario.

“C’è un interesse reciproco fra produttori e clienti (operatori sanitari): gli ospedali possono trarre vantaggio dal transfer di conoscenze che arriva direttamente da chi realizza il prodotto, i produttori possono raccogliere informazioni più dettagliate dal cliente, compresi feedback diretti sulle performance dei prodotti e sul grado di soddisfazione”, spiega Luiz Moreira, vice president Global Products and Accounts di DHL.

Nel modello tradizionale basato su distributori e agenti, il produttore non ha un rapporto diretto con il cliente finale, e di conseguenza perde visibilità e controllo sui prodotti una volta che questi lasciano gli stabilimenti di produzione.

Condividere i servizi
Un altro strumento che i produttori hanno a disposizione per tagliare i costi è il ricorso a un modello operativo di servizi condivisi.
Le aziende produttrici di dispositivi medici vendono in genere alla stessa comunità di clienti (ad esempio ospedali, cliniche, studi medici) attraverso singole supply chain che operano parallelamente.
Una duplicazione a cui si attribuiscono costi che potrebbero essere evitati condividendo sistemi di trasporto, distribuzione e stoccaggio al fine di snellire la supply chain.

Logistica in outsourcing
Il quarto punto del Libro Bianco di DHL Supply Chain spiega alle aziende produttrici di dispositivi medici i vantaggi dell’affidamento in outsourcing a un 3PL di tutte le attività logistiche.

Affidarsi a un provider con esperienza consolidata nel settore healthcare genera alcuni benefici concreti: “Dà al produttore le competenze e la flessibilità necessarie per affrontare la complessità del mercato europeo, ad esempio la diversificazione dei prodotti, le esigenze dei clienti e gli aspetti regolatori; ma anche la possibilità di risparmiare sui costi grazie a una supply chain snella e ottimizzata. In base alle soluzioni si possono raggiungere risparmi fino al 20%”, spiega Pina Putzulu, Senior Business Development Manager & C4L/Innovation Director di DHL Supply Chain Italia.

Nel dettaglio, un 3PL con una presenza già consolidata nel mercato europeo dei dispositivi medici può offrire:

  • soluzioni su misura che soddisfano le esigenze di ogni mercato o Paese;
  • esperienza del quadro normativo di ogni singola realtà e quindi garanzie su adeguate modalità di imballaggio, etichettatura e tracciabilità;
  • best practice nella gestione di trasporto e stoccaggio, anche attraverso sistemi informativi all’avanguardia;
  • capacità di implementazione rapida dei servizi per supportare l’espansione in nuovi mercati o cambiamenti azienda.





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