Trasporti nazionali e internazionali
Crisi dei porti di Gioia Tauro, Taranto e Napoli.
26 giugno 2015
Gli scali ritenuti hub fondamentali per lo sviluppo del meridione (Napoli, Gioia Tauro e Taranto) non stanno attraversando un bel momento.
Gioia Tauro a maggio ha riportato un calo del traffico container del 12%: le compagnie ormai agiscono attraverso le alleanze e per i porti di transhipment puro è ormai impossibile competere con i concorrenti nel Nord Africa e Malta.
Taranto nel settore container è invece fermo, nonostante gli investimenti cospicui nello scalo.
Parte del traffico di transhipment perso dai porti del Sud è finito ai porti gateway del Nord: le compagnie preferiscono gli scali di Genova e La Spezia o dell’Adriatico, per evitare costose rotture di carico.
Caso eclatante è quello del porto di Napoli, che ha dovuto affrontare il rischio di licenziamento di 100 dipendenti e un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo emesso dal Tribunale nei confronti della Conateco e Soteco per canoni non pagati all’Authority per circa 4,5 milioni di euro.
Eccezioni positive al Sud sono i porti di Salerno e Bari: il primo ha riportato il +22% nei contenitori a maggio e prevede di chiudere l’anno a 400 mila teu; il secondo può contare sui servizi di Evergreen, Hapag-Lloyd e Msc, arrivando a fine anno a 50 mila teu.