Trasporti Nazionali e Internazionali
10 Marzo 2015
La tecnica era consolidata: perlustrare le aree industriali, individuare un semirimorchio carico di merce da poter asportare e, dopo aver ingannato i sistemi di sicurezza degli accessi e dei semirimorchi, agganciare con l’uso di un trattore stradale quello scelto.
Ecco come operava la banda arrestata ieri a Modena.
Gli investigatori hanno individuato tre capannoni dove era nascosta la refurtiva, per un bottino di 2 milioni di euro, e hanno recuperato un terzo della merce, per un valore di circa 600 mila euro.
Si tratta di una banda che terrorizzava gli autotrasportatori di mezz’Italia e che ora è stato sgomitata grazie al lavoro degli agenti della Polizia Stradale di Bologna, con il supporto dei colleghi del capoluogo partenopeo che hanno emesso 12 ordinanze di custodia cautelare.
Quattro nell’Interporto di Bologna, uno nella zona industriale di Ozzano, due a ridosso della Dogana di Campogalliano, due nella zona industriale di Piacenza, uno a Frosinone, Ancona e Genova.
Dovranno tutti rispondere di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato.
L’indagine della Polstrada è partita nel 2013, a seguito del furto di un rimorchio carico di merce messo a segno all’interporto, e ha avuto una svolta decisiva grazie alla denuncia, sporta da un’altra società di trasporti, per il furto di un telepass.
Con un lavoro certosino, la Polstrada ha ricostruito l’attività del sodalizio criminale, ritenuto responsabile di dodici furti.