Livorno al centro, Piombino e Carrara con destinazioni e identità precise.
La situazione in Toscana è chiara: l’Autorità portuale diventerà una sola e sarà a Livorno.
Questo il progetto di Maurizio Lupi, che verrà presentato a marzo in Parlamento.
Dal punto di vista delle infrastrutture, Livorno rientra nel corridoio “Mediterraneo-Scandinavo” con collegamenti su rotaia e strada che partono dal Nord Europa e arrivano fino al Sud Italia.
Non a caso sono in corso investimenti importanti per collegare il porto di Livorno con la Tirrenica (ferrovia).
D’altra parte Nereo Marcucci, ex presidente dell’Autorità portuale di Livorno, oggi membro del comitato incaricato di revisionare il Piano nazionale dei porti, dichiara che tutto questo servirà a poco se la città non riuscirà a realizzare la “piattaforma Europa”, il progetto da circa 650 milioni per l’attracco delle navi container di grandi dimensioni.
Sull’ ambiguità della situazione si esprime chiaramente l’Autorità portuale di Ravenna, che lamenta una pessima distribuzione delle risorse.
Lo scetticismo è protagonista di questi Stati generali.
Luciano Pannocchia, già amministratore delegato dell’Interporto Livorno e ora all’Interporto Prato, non crede che i porti italiani – compreso quello di Livorno – per dimensioni e pescaggio, possano mai essere adeguati per le mega navi container.
Gallanti, presidente dell’Autorità portuale di Livorno, ribadisce che non è compito di Livorno o di altri porti italiani inseguire il fenomeno del “gigantismo navale“, quanto piuttosto di attrezzarsi per essere in grado di porsi sul mercato in modo concorrenziale.
Lupi, su questa linea, propone al mondo della portualità un patto per la semplificazione: peccato che i progetti presentati in Italia ammontino a 14,5 miliardi e i finanziamenti siano solo per 4,5.
La ragione questa – sostiene il ministro – per contrastare consorterie e consociativismo.
Come è stato fatto per gli aeroporti, portati da oltre 90 a 11.