Trasporti nazionali e internazionali
Autotrasporto: cinque norme nello Sblocca Italia.
06 novembre 2014
Nel corso dell’iter per l’approvazione dello “Sblocca Italia” il Parlamento ha approvato un ordine del giorno volto ad intervenire in materia di cabotaggio stradale abusivo, stabilendo che la non corrispondenza delle prove documentali fornite dai trasportatori costituisca fonte di prova.
Tale norma, che integra l'art. 46 bis della Legge 298/1974, punisce i trasporti di cabotaggio prevedendo sanzioni da 5000 a 15000 euro, oltre al fermo del veicolo per tre mesi.
L'autista straniero avrà dunque il dovere di provare il motivo di difformità tra le registrazioni del cronotachigrafo e la documentazione da presentare completa e a bordo in caso di fermo degli organi ufficiali di controllo.
Ricordiamo che il decreto, dopo l'iniziale via libera della bozza, aveva visto la sparizione dell'intero pacchetto 11 relativo all'autotrasporto in sede di pubblicazione, mai giunto così all'approvazione del Consiglio dei Ministri.
Le disposizioni inserite nel corso dell’esame in Commissione prevedono anche la modifica dei requisiti per l’accesso alla professione di autotrasportatore (articolo 29-bis), e l’introduzione di una disciplina in materia di autotrasporto relativamente alle sanzioni amministrative e ai contributi alle imprese di autotrasporto (art. 32-bis).
Ma le novità non sono finite.
Sono state conferite nuove funzioni al Comitato centrale dell'Albo degli autotrasportatori, il quale diventerà organo di appello delle Motorizzazioni.
Il Comitato avrà dunque potere decisionale in materia di ricorsi agli uffici di Motorizzazione per iscrizioni, cancellazioni e radiazioni dall'Albo dell'autotrasporto con relative sanzioni disciplinari.
Il provvedimento della Motorizzazione ha validità fino a quando non giungerà la decisione definitiva del Comitato.
Ulteriore integrazione riguarda l'inasprimento del controlli per il conseguimento del requisito di onorabilità valido per l’accesso alla professione delle aziende di autotrasporto, attraverso l’obbligatorietà di un’informativa antimafia.
Tale informativa sarà trasmessa direttamente all'Albo, il quale provvederà alla cancellazione dell'iscrizione dell'azienda in odore di mafia.