Outsourcing
11 Luglio 2014
Un fatturato da 80 miliardi di euro l’anno proviene dalle 150 mila imprese italiane che si occupano di logistica, e la metà di questo fatturato deriva dall’outsourcing.
Il settore, in evoluzione, genera 8 miliardi di euro dalla strategic contract logistics.
Questa, insieme alla fornitura di servizi integrati e all’attenzione verso l’e-commerce, sta diventando un’opportunità per i provider logistici italiani, come ad esempio le società a capitale italiano Bcube, Fercam e Gruppo Fisi, o quella a capitale americano Ceva Logistics, che ha lanciato in Italia la cosiddetta Tech City, cioè una forma di logistica collaborativa.
Così il settore della logistica, in fermento per i cambiamenti in atto grazie all’e-commerce e alla riorganizzazione della filiera produttiva, può diventare un terreno fertile per i provider italiani.
Questa, in sostanza, è l’analisi condotta da La Repubblica – Affari e Finanza, che mette in luce le strategie di Bcube, Fercam e Gruppo Fisi come esempio dei tempi che cambiano e di nuove opportunità che si profilano all’orizzonte.
La parola chiave di questo cambiamento è Contract Logistics, come spiega al quotidiano Damiano Frosi, ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano: “La logistica in Italia sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni, in primo luogo perché assistiamo a concentrazioni di settore, attraverso fusioni e acquisizioni.
E poi perché crescono sempre di più i servizi avanzati ad alto valore aggiunto.
La logistica di trasporto e di magazzino è ormai considerata come mera commodity, e le leve di sviluppo passano altrove”.
Come viene definita da Ailog – Associazione italiana di logistica e di supply chain management – la logistica integrata ha come fondamento la minimizzazione del costo totale delle attività logistiche viste nel loro complesso, dato un obiettivo di livello di servizio da garantire.
Ottimizzare le attività, quindi, cercando di ridurre al massimo i costi, che possono essere costi di magazzino, di mantenimento delle scorte, di trasporto e distribuzione, inerenti ai lotti, e costi di processazione degli ordini e dei sistemi informativi.
I servizi integrati – a detta di Damiano Frosi (Osservatorio Contract Logistics) – in cui si stanno specializzando diversi operatori, comprendono la restituzione dei resi, le etichettature, il confezionamento, fino alle promozioni delle merci nella Gdo.
Se si parla di logistica integrata, inevitabilmente si parla anche di Fercam.
I numeri della società bolzanina (500 milioni di euro di ricavi, 1800 collaboratori, 54 filiali) rispecchiano anche un successo all’estero, tanto che l’internazionalizzazione è stata una delle leve fondamentali per la crescita strategica della società.
Eppure anche l’e-commerce sta diventando un’opportunità.
“Offriamo alle aziende una soluzione unica – spiega Marcello Corazzola, direttore Logistics & Distribution Fercam, come riporta Affari e Finanza – Raccogliamo l’ordine, gestiamo scorte e resi, e arriviamo persino a consegnare e installare prodotti a casa del cliente“.
Nella sezione VAS (Attività a Valore Aggiunto) del sito di Fercam, infatti, vengono descritte diverse attività, come quelle di confezionamento; vengono aggiunti, ad esempio, accessori o batterie alla confezione del prodotto.
Vengono offerti servizi di gestione dei materiali, operazioni di assemblaggio in linea.
Fercam assembla anche i prodotto finiti, partendo da semilavorati, moduli o componenti.
Un bel vantaggio per il cliente, che può produrre prodotti standardizzati e ridurre i costi.
Un altro servizio è quello del Re-packing: il riconfezionamento dei prodotti finiti, che possono quindi essere personalizzati con, ad esempio, etichette dedicate.
Enrico Bazzi, a.d. del gruppo Bcube (500 milioni di fatturato, 4000 dipendenti e 80 sedi nel mondo) spiega: “Il nostro approccio all’outsourcing logistico è nel segno dell’alta specializzazione, al punto che svolgiamo anche parti produttive, dalla verniciatura all’assemblaggio, nel caso dell’automotive, e al packaging industriale.
In altre parole, facciamo logistica di stabilimento dentro gli impianti del cliente.
Su questi lavori ad alto valore aggiunto si avverte poco la crisi, anzi, grazie alla crescita che stiamo registrando possiamo continuare a svilupparci ancora per linee esterne”.
In occasione della presentazione della nuova identità aziendale del gruppo della famiglia Bonzano, la Bcube – che riunisce la storica società IBL Industria Bonzano Legno, Villanova e Argol – è stata anche affrontata la questione Made in Italy e competizione tra gli operatori italiani ed esteri.
“Faremo altre acquisizioni di aziende in Germania e negli Stati Uniti, ma guardiamo anche alla Cina, ovviamente, e poi consolidamento domestico, cercando magari di recuperare quei traffici che misteriosamente sfuggono all’Italia – come le mozzarelle prodotte in Campania – e che volano da Francoforte e Amsterdam anziché da Napoli.
Stiamo crescendo anche in Italia, e qui ci sentiamo un po’ anticiclici, considerando la crisi che attanaglia il nostro Paese, ma dobbiamo andare in competizione con giganti come DHL, CEVA, UPS ecc.”.
Affrontando la questione alimentare, emerge un altro provider specializzato proprio nella logistica integrata per questo settore: il Gruppo Fisi di Padova.
Era luglio di due anni fa quando il Gruppo raggiunse un accordo con Barilla per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della sua società di logistica (Number 1 Logistics Group).
Nel 2013, a un anno dall’acquisizione, erano queste le parole di Gianpaolo Calanchi, l’amministratore delegato: “Number 1 è oggi l’azienda leader in Italia nella logistica del largo consumo, con il 30% della quota di mercato in questo settore, e un fatturato che raggiunge i 400 milioni di euro”.
Tra i servizi su cui ha puntato il Gruppo, i centri di distribuzione multi-insegna automatizzati, le procedure Syncro1 e Syncro 2 per ottimizzare i flussi nella filiera, sincronizzando gli ordini emessi dal distributore ai diversi produttori, oltre ai servizi a temperatura controllata.
“Riteniamo che in questo campo vi siano ancora spazi interessanti di crescita in Italia – diceva Calanchi – per soddisfare le grandi aziende ma anche i piccoli produttori che costituiscono la linfa vitale del nostro territorio”.
Nel piano aziendale presentato al convegno “Logistica 2.0: impresa e capitale umano” dello scorso anno, rientravano in particolare: l’aumento del livello di integrazione verticale, l’automazione dei processi di magazzino, il rafforzamento dei processi di tracciabilità e comunicazione interni e della capacità di “co-packing“.
Un servizio, questo, che oggi permette di integrare con tempestività e flessibilità magazzino, confezionamento e consegne.