In breve
La tracciabilità RFId nel settore del fresco vede nuove sperimentazioni, atte a diffondere questo tipo di tecnologia anche alle aziende della grande distribuzione alimentare.
Vediamo che ruolo ha l'RFId Lab, che progetti ha avviato, per poi analizzare l'ultima ricerca, denominata RFId Logistics Pilot III, che ci viene illustrata da Antonio Rizzi, responsabile del laboratorio.
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La tracciabilità RFId in aiuto del fresco.

20 novembre 2012
In breve
La tracciabilità RFId nel settore del fresco vede nuove sperimentazioni, atte a diffondere questo tipo di tecnologia anche alle aziende della grande distribuzione alimentare.
Vediamo che ruolo ha l'RFId Lab, che progetti ha avviato, per poi analizzare l'ultima ricerca, denominata RFId Logistics Pilot III, che ci viene illustrata da Antonio Rizzi, responsabile del laboratorio.
Premessa
La tracciabilità RFId viene sempre più utilizzata da grandi aziende nel settore della supply chain.
A Parma aziende come Auchan, Conad, Danone, Kraft Foods e Nestlè hanno stipulato un accordo per un progetto di tracciabilità. La tecnologia RFId viene quindi utilizzata anche nell'ambito della produzione e della distribuzione di prodotti alimentari.

In particolare vediamo come funziona la tracciabilità RFId per i prodotti del fresco, quali vantaggi può portare e perchè le grandi aziende della distribuzione alimentare la stanno scegliendo.

Abbiamo intervistato Antonio Rizzi, responsabile di RFId Lab, il laboratorio che sta svolgendo un progetto di ricerca denominato RFId Logistics Pilot III.


RFId Lab
Il laboratorio RFId Lab dell'Università degli Studi di Parma ha avviato dei progetti di ricerca per la tracciabilità al fine di utilizzare la tecnologia RFId per identificare nella filiera colli e pallet di prodotti freschi. A Parma importanti aziende della grande distribuzione di prodotti alimentari, come Auchan, Conad, Danone, Kraft Foods e Nestlè, hanno siglato un accordo per portare avanzi questi progetti.

Il primo, denominato RFId Logistic Pilot I, concluso nel 2008, ha verificato a livello di filiera la fattibilità tecnologica ed i benefici derivanti dall'utilizzo della tecnologia RFId e del sistema Electronic Product Code (EPC) nella supply chain dei beni di largo consumo, con l'obiettivo di ridurre i costi.

Successivamente è stato condotto il progetto RFId Logistics Pilot II sui punti vendita di Auchan di Curno e Roncadelle, tra aprile e settembre 2011.
È stato evidenziato che nel settore dei prodotti freschi la tecnologia RFId può incrementare di circa l'1,75% il fatturato del reparto.


RFId Logistics Pilot III
Il laboratorio RFId Lab ha avviato un terzo progetto, RFId Logistics Pilot III, che ha come obiettivo quello di estendere l'utilizzo della tecnologia RFId nel settore dei prodotti freschi, per una tracciabilità a 360°.

Rispetto ai precedenti progetti, la nuova sperimentazione prevede già dalla prima fase il coinvolgimento di un numero maggiore di fornitori e referenze.

Prevede in particolare la taggatura di circa 60.000 colli di referenze Danone e Nestlè Buitoni, che verranno così monitorati, dal centro di distribuzione fino allo scaffale di 3 punti vendita Auchan.

La prima fase del progetto durerà circa 10 mesi, in seguito il modello di tracciabilità potrà essere attuato anche nelle fasi a monte o a valle, coinvolgendo direttamente produttori e distributori.

Ha così affermato Antonio Rizzi: "Si tratta di una value proposition molto semplice ma efficace e forse l'unica possibile.
Il costo del tag viene sostenuto dal produttore che ottiene in cambio dal retailer visibilità sulla parte della supply chain di valle, fino allo scaffale del punto vendita.

Grazie a questo tipo di tracciabilità entrambi gli attori ottimizzano i propri processi e sono in grado di aumentare il fatturato e ridurre il costo totale logistico del prodotto".


Intervista ad Antonio Rizzi
Qual è secondo lei la criticità attuale nella logistica della grande distribuzione?
"L'aspetto su cui ci stiamo concentrando da alcuni anni è l'ultima decina di metri, ossia quella parte che dal retro negozio che porta i prodotti a scaffale.
Se fino a lì l'order fullfillment è di circa il 99,9%, nel passaggio da riserva ad area vendita decade al 92%.
La conseguenza è il fenomeno dell'out of stock, per cui il consumatore quando arriva in un punto vendita non trova il prodotto che sta cercando: mancato fatturato, basso livello di servizio, un danno per l'intera supply chain".

In cosa consiste e che vantaggi porta la tracciabilità RFId alla supply chain dei beni di largo consumo?
"La tecnologia RFId abilita tutta una serie di vantaggi. Questi vanno dalla semplice automazione dei processi, legati ad un risparmio di ore uomo di manodopera, alla piena visibilità lungo la filiera, con la possibilità di monitorare l'andamento delle vendite, l'esecuzione delle promozioni, ottimizzare i livelli di giacenza a tutti i livelli, consegnando al consumatore un prodotto più fresco e quindi di maggiore qualità".

Dopo due progetti di successo, RFId Logistics Pilot I e II, quali obiettivi vi proponete con il nuovo progetto RFId Logistic Pilot III?
"Si tratta della finalizzazione di tutte le attività precedenti.
Questo progetto rappresenta a tutti gli effetti la partenza della tecnologia RFId nel settore largo consumo.
Un gruppo di aziende leader come Auchan, Conad, Danone, Kraft e Nestlè a cui speriamo se ne possano presto aggiungere altre, rappresentano il nucleo attorno al quale si aggregheranno in un futuro prossimo altri retailer e produttori, per passare dallo scenario attuale ad uno scenario gestito completamente con tecnologia RFId e internet degli oggetti".

Come è stata attuata in pratica la sperimentazione e come secondo lei è possibile estenderla ai prodotti freschi per una tracciabilità a 360%?
Perché altri grandi distributori dovrebbero adottare la tracciabilità RFId
?
"Perchè l'approccio proposto è vincente per tutti gli stakeholders.
Il produttore applica il tag RFId e ne sostiene il costo, grazie a questo ottiene visibilità sui processi a valle, fino allo scaffale.
E' come una luce che si accende e permette di illuminare un tratto di supply chain prima buia.
La macchina che prima andava piano per evitare gli ostacoli, ora li vede prima e quindi può andare più veloce in tutta sicurezza.
Grazie alla visibilità il produttore vede in tempo reale cosa sta succedendo a valle, ottimizza i propri processi e riduce l'out of stock.
Allo stesso tempo grazie ai tag RFId e alle informazioni condivise, il retailer ottimizza i propri processi interni e riduce l'out of stock".


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