Trasporti nazionali e internazionali
Il Porto di Cagliari pronto per sfondare nel Mediterraneo.
06 gennaio 2012
Una volta realizzata la tanto attesa “zona di libero scambio euro-mediterranea,” fondata sui principali obiettivi fissati dalla Conferenza di Barcellona del 1995, ossia l’istituzione di un’area di libero scambio entro il 2010 fra l’Unione europea e i partner afro-asiatici, Cagliari si candida a diventare uno dei più importanti crocevia internazionali per il passaggio di merci tra l'Unione Europea e i Paesi del Sud del Mediterraneo.
Si tratta di un porto multifunzionale, suddiviso in tre parti: una parte destinata alle navi passeggeri e da crociera, in quota al porto storico, un'altra al movimento dei container che si concretizza nel Porto Canale, e infine un'altra ancora destinata all'attracco delle petroliere, il terminal di Sarroch.
Attualmente, il Porto Canale svolge un ruolo di spicco nell'attività di transhipment e nel 2009 ha registrato un volume di merci di 830 mila Teus, classificandosi al 4° posto nella classifica dei porti italiani.
L'elevata competitività del Porto Canale di Cagliari non dipende solo dalle sue qualità logistiche, ma anche da una serie di altri vantaggi come la presenza di ampi spazi nel territorio circostante, l'adiacenza col vicino aeroporto e la possibilità di ottenere collaborazioni con vari enti di ricerca.
Non è tutto oro ciò che luccica però: esso rimane quasi del tutto inutilizzato da parte delle PMI sarde, la maggior parte delle quali (circa l'82% secondo il Cirem) si rivolge ad altri porti dell'Isola, per lo spostamento delle proprie merci.
Evidentemente, il trasporto tramite grandi container non offre ancora dei prezzi vantaggiosi per le piccole spedizioni.