Outsourcing

La Cina si muove ad alta velocità

25 febbraio 2011

Il 2011 sarà un anno storico per l'industria dei trasporti in Cina: sarà l'anno in cui la rete dell'alta velocità coprirà tutto il territorio in base all'ambizioso progetto che testimonia l'inarrestabile progresso che sta vivendo il paese.

Già oggi la Cina ha più di 5.000 chilometri di ferrovia ad alta velocità in funzione, ma la rete al momento è frammentata e molte città, anche quelle più importanti, non sono collegate.

Ma il 2011 prevede grandi cambiamenti.

La linea Guangzhou-Shenzhen, 105 km, sarà inaugurata a maggio, seguita a giugno dai 1.318 km della linea Shanghai-Pechino.

A dicembre verranno inaugurati i 1.107 Km che collegano Pechino a Wuhan, e che completano il percorso che già oggi collega Hong Kong alla capitale; la stessa linea verrà estesa a nord entro il gennaio 2012 di altri 684 chilometri.

Ma non è tutto: entro dicembre saranno operativi i 2.078 chilometri che collegano Shanghai a Chengdu: un percorso epico che attraverserà catene montuose e valli fluviali unendo la Cina dei poeti alla Cina commerciale.

«Nei prossimi quattro anni il governo cinese investirà 113 miliardi di dollari all'anno per le infrastrutture ferroviarie e quello che altri paesi stanno ancora discutendo in Cina è realtà», dice Zvi Shalgo, CEO e Vicepresidente di PTL Group (www.ptl-group.com)

«E' un progetto importante che darà un ulteriore impulso all'intera economia cinese.
Le grandi opere sono piattaforme su cui sorgono nuove industrie, creano nuovi mercati, stimolano i consumi.
E non solo l'economia locale può trarre benefici da questi ambiziosi progetti, anche le imprese straniere possono far parte dell'indotto positivo che si verrà a creare».

Ma i tempi serrati con i quali si intende realizzare il progetto suscitano anche critiche ricordando che la fretta cinese non ha avuto sempre i risultati sperati; come la corsa a incrementare la capacità industriale che ha lasciato dietro di se un numero inaspettato di acciaierie oggi inefficienti o in disuso e smog a livelli altissimi.

«Alle aziende che si rivolgono a noi suggeriamo di non perdere tempo nel criticare le logiche economiche del governo cinese, ma le aiutiamo a cercare soluzioni nuove per sfuttare la situazione.

La realtà è che le imprese straniere non sono abituate a muoversi alla velocità della Cina e hanno difficoltà ad adeguarsi ai cambiamenti che questi mega progetti infrastrutturali comportano: spesso nuovi modelli industriali e opportunità di business si propongono prima ancora che i manager si siano accorti del cambiamento che ha investito il settore».

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