Outsourcing

Quale futuro per le Reti di Trasporto Europee? Il 22 e 23 novembre a Port&ShippingTech

13 ottobre 2010
Sembra ormai scontato.
Le future linee guida sulle TEN-T dovrebbero mettere i porti ed i loro collegamenti con l'entroterra al centro di una rete di trasporto europeo competitiva, sostenibile e coesa.

Le reti transeuropee sono uno strumento chiave per adempiere agli obiettivi del trattato UE e dell'agenda di Lisbona, che comprendono il completamento del mercato unico, il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, nonché la crescita dell'economia e dell'occupazione.

Lo sviluppo delle TEN-T comprende il collegamento e l'interoperabilità delle reti terrestri, garantendone l'accesso, nonché la realizzazione di efficienti collegamenti con i paesi extra UE più vicini e con il mondo intero.

I porti marittimi, punti d'ingresso della maggior parte del commercio estero europeo, sono componenti chiave delle catene logistiche che forniscono i collegamenti vitali fra le industrie, i mercati di consumo e le fonti di approvvigionamento.

Gli scali marittimi quindi assumono una rilevanza notevole nel mercato unico europeo svolgendo un'azione determinante per la competitività dell'intera Unione.

Eppure, nonostante questa funzione vitale, i porti marittimi sono stati fino ad oggi ignorati nella politica TEN-T.
Quindi gli scali commerciali pur essendo ricompresi nelle reti non hanno visto assegnate risorse ai progetti portuali.

Solo nel 2009 con l'analisi delle politiche comunitarie espresse dal Libro Verde si affermò, grazie anche alla ferma posizione di Espo - European Sea Port Organization, che era ora di cambiare.

Come? Attraverso una pianificazione a "doppio strato" - come sostiene l'Espo - composta da una rete centrale e da una sottostante rete globale. Questa struttura garantirebbe ad ogni porto la possibilità di svilupparsi secondo le proprie potenzialità.

La rete centrale dovrebbe essere strutturata per anticipare le tendenze evolutive del prossimo decennio.
I porti che la compongono dovrebbero avere funzioni di collegamento fra i principali mercati UE e il resto del mondo, collegare le reti marittime e terrestri, essere affidabili ed efficienti per soddisfare le esigenze del mercato globale.

Una rete di questo genere permetterebbe la concentrazione dei volumi, economie di scala ed altri positivi effetti connessi alla riduzione delle emissioni di Co2 e di altre esternalità, la riduzione dei tempi complessivi di trasporto e dei costi per i principali mercati, il trasferimento modale a favore della co-modalità, la funzione di rete con i porti interni, interporti e gli altri porti e l'utilizzo innovativo delle infrastrutture esistenti.

Qual è la sfida del futuro?
L'integrazione fra le varie modalità di trasporto, la co-mobilità appunto, dove ogni attore della catena logistica dovrebbe assumersi la responsabilità di perseguire gli obbiettivi di sostenibilità, anche ambientale, dichiarati dall'Unione Europea.

Espo nel suo contributo al Libro Verde ha proposto di assegnare la maggior parte dei fondi disponibili, cioè le disponibilità pluriennali al finanziamento della rete centrale per accelerarne la realizzazione.

Le disponibilità TEN-T dovrebbero anche essere utilizzate per finanziare i progetti di infrastrutturazione generale ed ai progetti che contribuiscano a un migliore e innovativo utilizzo delle infrastrutture esistenti.

I finanziamenti dovrebbero essere assegnati in base all'analisi costi - benefici ed essere proporzionali al valore aggiunto dei progetti per l'Europa.

Un tema attualissimo, quello della revisione della rete TEN-T sul quale sono intervenute le principali associazioni di categoria del mondo del trasporto, marittimo e terrestre, a partire da Assoporti e da Uir.

Sarà uno dei temi proposti durante i convegni organizzati da ClickUtility in occasione del forum internazionale Port & Shipping Tech che si terrà a Genova il 22 e il 23 novembre.

La seconda edizione del Forum, dedicato allo sviluppo sostenibile e all'innovazione tecnologica del settore portuale e logistico, affronterà anche il tema delle Autostrade del mare viste non più solo come collegamento da porto a porto, ma come servizi di collegamento fra territori.

Una funzione di bridge che collegherà nel bacino mediterraneo i paesi europei, fra di loro e con i paesi emergenti del continente africano.

La revisione delle linee guida TEN-T sarebbe, pertanto, un'ottima occasione per integrare le autostrade del mare nella rete centrale, quali sezioni marittime della stessa.

Al fine di individuare una rete marittima centrale di interesse europeo è necessario partire dall'elaborazione di un quadro dei servizi di trasporto marittimi a corto raggio esistenti per risolvere i temi della concorrenza.

Le autostrade del mare non dovrebbero più essere viste come linee fra porto e porto ma come servizi di connessione fra aree interne.

I finanziamenti TEN-T dovrebbero quindi concentrarsi sulla connessione dei porti individuati con il proprio hinterland.

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