Trasporti nazionali e internazionali
RAEE: confermata la proroga al 31/12 per il regime del new waste
25 febbraio 2010
Su Logisticamente.it ci siamo già occupati dei RAEE (Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con un articolo di approfondimento sul primo Rapporto di Sostenibilità del consorzio Ecodom.
Il Decreto legislativo 151 del 2005 prevede due diverse modalità di gestione e finanziamento dei RAEE provenienti dai nuclei domestici, a seconda che derivino da apparecchiature immesse sul mercato prima o dopo una data limite, ora appunto fissata al 31 dicembre 2010.
I RAEE derivanti dalle apparecchiature immesse sul mercato prima di tale data sono definiti RAEE "storici", mentre quelli derivanti dalle apparecchiature immesse dopo il 31 dicembre 2010 sono definiti RAEE "nuovi".
Nel caso dei RAEE storici, ciascun produttore ha l’obbligo di gestire in ciascun anno una percentuale di RAEE pari alla propria quota di mercato, secondo il cosiddetto "sistema generazionale" (chi è presente sul mercato paga anche per chi non è più presente sul mercato).
Gli oneri della gestione dei RAEE sono quindi ripartiti proporzionalmente tra tutti i produttori, senza alcuna necessità di distinguere i diversi marchi nelle isole ecologiche.
Nel caso dei RAEE nuovi, invece, ciascun produttore dovrebbe gestire i "propri" RAEE, cioè quelli derivanti dalle apparecchiature che recano il proprio marchio.
Per consentire ciò, sarebbe indispensabile un sistema di identificazione del produttore che sia univoco su scala europea e che funzioni anche quando – dopo anni dall’immissione sul mercato – il prodotto diventa rifiuto.
Se anche questo sistema esistesse, ciascuno degli oltre 5mila produttori presenti in Italia dovrebbe "tirar fuori" i propri RAEE da ciascuna delle oltre 3mila isole ecologiche esistenti nel nostro Paese, per poi provvedere al trattamento.
«L’entrata in vigore del regime del "new waste" sarebbe stata una follia costosissima – commenta Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom – senza alcun vantaggio dal punto di vista ambientale.
Questo slittamento è però solo un rimedio temporaneo: è invece necessario un emendamento all’articolo 11 del decreto 151, al quale le Associazioni dei Produttori e i Sistemi Collettivi stanno lavorando, per disciplinare in modo definitivo questo tema».