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Continua il roadshow UIR: interporto di Parma, sviluppo e intermodalità
18 gennaio 2010
L'azione di diffusione e promozione dell'intermodalità di UIR, subito dopo la pausa natalizia, prosegue a Parma, con l'incontro del 15 gennaio presso la sede di Unione Parmense degli Industriali.
Oggetto del discorso è stato il ruolo di primo piano dell'interporto di Parma alla luce del completamento del raddoppiamento sulla cosiddetta Pontremolese, la ferrovia che collega Parma con il porto di La Spezia, nel contesto della realizzazione della Tirreno-Brennero.
Lo sviluppo, però, non può prescindere dalle infrastrutture, come ha ricordato il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Bartolomeo Giachino, al quale erano affidate le conclusioni del convegno.
«L'Italia - ha detto infatti - negli ultimi 15 anni è cresciuta meno degli altri paesi europei.
Occorre recuperare questo ritardo e per farlo uno dei motori fondamentali è proprio la logistica.
Investire nella realizzazione delle infrastrutture, anche attraverso il sistema del project financing e il coinvolgimento di capitali privati, è condizione essenziale per realizzare queste opportunità».
La realizzazione delle infrastrutture, in particolare quelle ferroviarie, è stata la nota sulla quale ha insistito nella sua premessa anche il presidente di CePIM-Interporto di Parma, Johann Marzani, che ha richiamato la necessità di dare concretezza agli accordi che si sono succeduti in questi anni, finalizzati proprio allo sviluppo del territorio e all'offerta di nuovi corridoi intermodali per la captazione delle merci che gravitano sul sistema dei porti dell'Alto Tirreno e transitano tra questi e il Brennero, da e verso l'Europa.
«Gli impegni politici sono stati presi da anni, gli interventi sono stati individuati e gli operatori havvno già preso l'impegno di svilupparli.
Occorre adesso che le infrastrutture si attuino in tempi molto veloci - ha ribadito Luigi Capitani, amministratore delegato di CePIM - per incrementare un posizionamento competitivo nei confronti dei mercati, che chiedono oggi un network operativo in relazione ai porti tirrenici e alto-adriatici.
Gli operatori che si erano impegnati devono fare adesso la loro parte: indugi ed incertezze farebbero perdere opportunità e credibilità a questo network e potrebbero indurre un declino nelle potenzialità di scambio di merci nell'area parmense e limitrofa.
Quindi è necessario un collegamento con i porti di La Spezia, Livorno e Ravenna e creare un network di tutta l'area Centro-Nord-Est: Parma, Verona, Padova e Bologna».
Di quali siano le opportunità da cogliere, e di quali aree economiche tale sviluppo possa investire, ha parlato diffusamente Francesco Estrafallaces, responsabile area analisi economica del Censis, che ha realizzato lo studio commissionato da Unione Interporti Riuniti sui fattori di sviluppo degli interporti italiani e sulle dinamiche territoriali che li interessano, studio che ha fornito lo spunto al convegno stesso.
«Parma si trova al centro di importanti assi viari, ma il grosso congestionamento di questi ne penalizza lo sviluppo.
In tal senso, la presenza dell'interporto e l'incentivazione all'intermodalità che esso persegue, contribuisce a scaricare tali assi dai flussi eccessivi, fluidificandoli, e costituisce un nodo di offerta logistica ad alto valore aggiunto».
La sicurezza stradale, la diminuzione dell'inquinamento da polveri sottili e il miglioramento della qualità di vita sono alcuni dei risvolti che il potenziamento della rete infrastrutturale ferroviaria Ti-Bre comporterebbe.
Lo ha ricordato nel suo intervento l'assessore alla Viabilità della Regione Emilia Romagna, Alfredo Peri.
«I costi esterni crescenti del trasporto rischiano di enfatizzare un'inefficienza già grave.
Se la concertazione tra la Regione e gli operatori ferroviari ha già riconosciuto la priorità strategica di questo corridoio, non occorrono ulteriori discussioni.
Ma bisogna agire in fretta, perché oggi siamo già all'emergenza.
La Regione ha fatto la propria parte con una legge che è guardata con interesse da altre regioni, ma servono strategie a livello nazionale» ha aggiunto l'Assessore, che ha ricordato anche la necessità di arrivare all'approvazione da parte del Cipe dei progetti già calendarizzati ma poi rimandati.
Il presidente della Provincia di Parma nonché presidente del comitato istituzionale Tirreno-Brennero, Vincenzo Bernazzoli, ha poi ricordato come la necessità di dare efficienza al sistema logistico ed economico in generale comporti delle scelte in sede di pianificazione territoriale, evitando la proliferazione indiscriminata di siti per lo stoccaggio delle merci in favore di una razionalità che è anche sicurezza e qualità di vita.
«La concentrazione delle attività in poli specializzati e la realizzazione di reti complesse e articolate è l'unico modo per convogliare, in una logica di coordinamento, queste enormi piattaforme sui mercati europei.
Per questo anche le infrastrutture come il terminal intermodale dell'interporto di Parma devono essere realizzate al più presto, con la partecipazione attiva delle Ferrovie».
Sul tema della rapidità degli interventi si è soffermato Lorenzo Forcieri, presidente dell'Autorità portuale di La Spezia «per non perdere altro terreno su un processo che è in costante crescita, ma rispetto al quale l'Italia rimane indietro.
Il traffico container nel Mediterraneo, nonostante la crisi, è in costante aumento, tuttavia noi non riusciamo neanche a far fronte con proposte efficaci alla domanda interna che, in alcuni casi, preferisce affidarsi ai porti del Nord Europa.
Dobbiamo avere l'ambizione non solo di servire il mercato domestico, ma anche di andare oltre: in quest'ottica, la Tirreno-Brennero è decisiva».
Alla necessità di concentrarsi su richieste precise e realistiche, cui facciano riscontro da parte del Governo risposte chiare, per esempio sulle priorità e sui tempi di realizzazione, ha accennato nel suo intervento Cesare Azzali, direttore generale dell'Unione Parmense degli Industriali.
A lui ha fatto riscontro la relazione di Pasquale Ventrella, direttore della Direzione commerciale ed esercizio rete di Rete Ferroviaria Italiana.
Nelle proiezioni che RFI ha disegnato fino al 2030, le previsoni parlano di un raddoppiamento dei traffici complessivi, soprattutto attraverso il Gottardo e il Sempione, e di un raddoppio anche nella produzione complessiva di traffico merci all'interno, con netta prevalenza al Nord.
Tra i cinque capisaldi che la Società si è data, un posto di merito spetta all'utilizzo integrato della capacità delle linee e dei terminali intermodali e all'attivazione di sinergie con porti e retroporti per il miglioramento delle attività e lo sviluppo dei servizi «in questo quadro anche l'interporto di Parma costituisce un interlocutore, che va potenziato in linea con le necessità del porto di La Spezia».
In chiusura dei lavori, l'onorevole Giachino ha poi anticipato la presenza di un emendamento che «inseriremo nel decreto Mille Proroghe proprio per recuperare risorse da destinare all'intermodalità».