Il conflitto tra Ucraina e Russia, il ritorno del Covid-19 in Cina, le sanzioni e contro-sanzioni stanno creando seri problemi alle
catene di approvvigionamento globali.
Per quantificare le difficolta del settore il Centro Studi Assolombarda ha realizzato uno studio che ha evidenziato come nel primo trimestre 2022, in Italia, oltre la metà delle imprese manifatturiere del nord-ovest ha dichiarato di subire
ostacoli alle esportazioni.
Il conflitto in Ucraina ha complicato ulteriormente gli
spostamenti delle merci, già rallentate dalla pandemia, e questo ha portato, oltre ai crescenti ritardi e rincari della
logistica, a un grande aumento dei prezzi delle materie prime, prime fra tutte quelle energetiche.
A partire da marzo 2022, con lo scoppio della guerra, non solo i tempi medi di consegna sono tornati a crescere ma è aumentato anche il
costo dei noli, determinando ulteriori rincari sulle rotte marittime limitrofe ai territori colpiti.
Esistono anche altri fattori che hanno causato questo rallentamento
Ad
aggravare ulteriormente la situazione la crescita dei contagi a Shanghai che ha portato ad una nuova fase di chiusura per contenere il virus.
Al momento la maggior parte delle
piattaforme logistiche della zona di Shanghai sono inattive e questo sta determinando un rallentamento dei flussi dei
container anche perché, per entrare nel porto, gli autotrasportatori devono esibire un test negativo eseguito nelle ultime 48 ore.
E se negli scorsi anni è stato possibile aggirare i porti attraverso il
trasporto ferroviario ad oggi, in seguito al in Ucraina e delle sanzioni alla Russia e contro sanzioni da parte di Mosca, questa opzione risulta impraticabile.
Una situazione che impensierisce non poche le imprese italiane.
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