La crisi sanitaria dell’ultimo anno ha fatto emergere criticità e fragilità della supply chain globale, il
settore della logistica a causa del movimento fluido e irregolare del commercio globale è in continuo cambiamento.
Una situazione non semplice che, se sfruttata a dovere, in particolare utilizzando
digitalizzazione e
Logistica 4.0, potrebbe rappresentare un rilancio della
posizione dell’Italia nei traffici globali, in particolare con la Cina.
È questo ciò che emerge da quanto dichiarato da
Maurizio Fasce, Regional Managing Director Mediterranean & Southern Africa Headquarters di a.hartrodt, cha ha sottolineato come i porti italiani hanno, rispetto a quelli nordeuropei, nei traffici con la
Cina un vantaggio, in termini di tempo, di circa dieci giorni.
Un vantaggio molto importante ma che finora non è stato sfruttato a pieno a causa dell’
alto livello di burocratizzazione dell’Italia che spinge i clienti a preferire gli hub nordeuropei rispetto ai porti italiani.
Una condizione che si sta rivelando penalizzante per il
sistema Italia che “paga” una differenza di circa
10 milioni di TEU rispetto ai porti nordeuropei.
Di fronte a un mercato molto fluido e veloce, sostiene Maurizio Fasce, è necessario per rilanciare la posizione dell’Italia nella supply chain globale lavorare per creare un sistema ancora più efficiente e allo stesso tempo agile e rapido in grado di garantire al cliente
servizi efficaci e semplificati.
Per fare questo è vitale un corretto mix di soluzioni logistiche, la
semplificazione delle operazioni e delle procedure di spedizione attraverso il supporto di sistemi IT snelli e affidabili, promuovendo allo stesso tempo lo
sviluppo di professionalità interne alle aziende.
In tal senso, la
digitalizzazione e la
Logistica 4.0 ricoprono un ruolo complementare per lo sviluppo della rete logistica.
Solo attraverso la digitalizzazione è possibile implementare nuovi servizi e renderli sempre più fruibili, accessibili e smart, soprattutto se integrati con i
Sistemi Portuali (Port Community Systems).
Investire in tal senso sia come sistema Paese sia come imprese private è la chiave per far acquisire all’Italia un ruolo centrale nei traffici dal
Far East verso l’Europa.