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8 Marzo 2021
Logisticamente ha di recente avviato un interessante progetto di ricerca sulla transizione logistica in Italia.
Ilenia Vannutelli di Logisticamente.it ha intervistato Stefano Bianchi, coordinatore tecnico del progetto, per conoscere come è nata l’idea di una ricerca e come Logisticamente ed AB Coplan intendono svilupparla.
Per cominciare direi che è la classica idea che fai fatica a capire a chi sia venuta prima. Non saprei dire se è venuta a Logisticamente e noi l’abbiamo fatta nostra o viceversa.
Intanto direi che la ricerca nasce in un momento particolare, nel quale la logistica ha subito forti scossoni.
Da un anno a questa parte abbiamo visto di tutto, e questo tutto alla fine ha avuto un impatto logistico fortissimo, direi senza eguali nella storia.
Una delle parole chiave è senza dubbio diventata “flessibilità”, e di questo si è già parlato a lungo.
Ora siamo nella fase della concretezza: dobbiamo dare un significato pratico e tangibile alla parola “flessibilità”, che in caso contrario rischia di rimanere soltanto un mero slogan.
Come sempre accade davanti alle sfide, ogni azienda reagisce con i suoi modi e i suoi tempi.
Da questa ricerca infatti vogliamo scoprire se le aziende stanno facendo a bastanza e in che modo.
Vorremmo fare una fotografia il più possibile nitida e obiettiva dello stato della transizione logistica in Italia.
Transizione significa passaggio da uno stato a un altro, nel nostro caso specifico vuol dire se siamo in grado di essere flessibili sui volumi e sul mix, se siamo capaci di velocizzare le consegne e gestire ordini anche piccoli, se riusciamo a ridurre l’incidenza dei costi logistici sul fatturato, se siamo dotati di strumenti di supporto nella presa di decisioni.
Più che di una macchina si tratta di un metodo di lavoro che abbiamo sviluppato nel corso degli anni e che abbiamo riadattato opportunamente per questa ricerca.
In termini pratici io e Paolo Azzali, mio socio in Ab Coplan, anche lui esperto e consulente logistico, andiamo in azienda, ci incontriamo con la direzione e con chi si occupa di logistica, facciamo una serie di domande mirate sui flussi e i processi principali, poi facciamo una visita guidata ai magazzini, ai reparti produttivi, alle aree di allestimento ordini e di spedizione.
Quindi, e qui viene il bello, richiediamo una serie di dati.
Calcoliamo i KPI. Questi sono gli indici prestazionali che ci dicono in modo obiettivo le prestazioni dell’azienda in quello specifico ambito logistico.
Possiamo misurare il livello di servizio, l’incidenza dei costi logistici sul fatturato, la rotazione delle scorte, l’efficienza operativa, e così via.
In un certo senso sì, ma in questo caso l’obiettivo è quello di fare benchmarking per capire come si posiziona la singola azienda in riferimento alla transizione logistica e rispetto alle altre aziende. Concludo dicendo che la ricerca ha diversi aspetti interessanti, noi ci crediamo molto.
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