Il covid-19 sta mettendo a dura prova ogni settore e ogni ambito della vita. In questi momenti di difficoltà l’umanità ha dimostrato di saper collaborare per il bene di tutti.
In molte aziende
i lavoratori hanno raddoppiato il carico di lavoro pur di non far mancare nulla ai consumatori finali.
Tra le tante “belle” storie frutto di questa pandemia oggi racconteremo la storia di
Saati, azienda produttrice di tessuti tecnici.
Nonostante la crisi dovuta alla pandemia globale l’azienda ha retto ed ha chiuso il 2020 perdendo solo il 12% dei ricavi ma nulla in termini di marginalità.
L’azienda è riuscita a reggere alla pandemia grazie a due elementi: il primo è stato la grande diversificazione geografica, il secondo è stato la cultura aziendale, il personale ha mostrato un sincero attaccamento verso l’azienda e un’etica lavorativa encomiabile.
Un attaccamento presente ad ogni livello dell’azienda come dimostra la scelta del
Ceo Antoine Mangogna che, insieme ad altri diciannove dirigenti e impiegati, per una settimana ha lavorato in magazzino per arginare la carenza di personale in un sito.
Per premiare l’impegno dei collaboratori
l’azienda ha messo a disposizione dei dipendenti un milione e mezzo di risultato operativo, una scelta fatta non solo per premiare l’abnegazione verso l’azienda ma per
supportare in maniera concreta i lavoratori e le loro famiglie.
Mangogna, il Ceo dell’azienda ha deciso di tagliarsi lo stipendio del 20%, un taglio operativo che resterà per tutto il 2021.
Di contro i lavoratori, tra bonus relativi al periodo marzo-aprile e premio di produzione annuo, hanno ottenuto quasi 2mila euro aggiuntivi, una scelta fatta per dimostrare che l’azienda è al fianco dei suoi collaboratori.