Consulenza e formazione
Cresce la delocalizzazione per le imprese
26 marzo 2008
Un'indagine dell'ISTAT promossa dalla Comunità Europea (International sourcing - Dinamiche e modalità di internazionalizzazione attiva delle imprese italiane), condotta sulle imprese italiane dell'industria e dei servizi con almeno 50 addetti, ha rivelato che nel periodo 2001-2006 circa 3.000 imprese, ovvero il 13,4%, hanno avviato processi di internazionalizzazione.
In particolare, il 9,9% delle imprese con almeno 50 addetti ha trasferito all'estero attività o funzioni già esistenti in Italia, il 7,3% ha sviluppato all'estero nuove attività, il 3,8% ha realizzato congiuntamente trasferimento e sviluppo.
Le imprese maggiormente interessate sono quelle del settore industriale (17,9%) rispetto a quelle che offrono servizi (6,8%), mentre in riferimento alla dimensione hanno effettuato scelte di outsourcing il 45,4% delle grandi imprese e solo il 14,2% di quelle medie.
Le imprese italiane nel periodo 2001-2006 si sono indirizzate prevalentemente verso l'Europa (55%), in particolare il 24,1% ha trasferito attività nella vecchia UE a 15, il 20,6% nei nuovi stati membri, il 10% nei paesi europei non membri della UE.
Per quanto riguarda invece il resto del mondo, fra i paesi principali c'è la Cina (16,8%), seguono USA e Canada (9,7% complessivamente), seguiti di Africa centro meridionale (5%) e India (3,7%).
Per il periodo 2007-2009 si prevede un arretramento dei trasferimenti verso l'UE e il nord America, un leggero rallentamento della Cina e una forte crescita di investimenti in India, Africa e paesi europei extra UE.