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Prologis presenta la ricerca sui trend del mercato immobiliare logistico post emergenza Coronavirus
La riconfigurazione della supply chain farà aumentare la domanda di immobili per la logistica


Trend

Mercato immobiliare logistico, ecco i risultati della ricerca Prologis

3 Giugno 2020

Prologis Inc., società statunitense specializzata in immobiliare logistico, ha effettuato interessanti ricerche che mostrano quelli che saranno i trend del settore immobiliare logistico.
La pandemia globale causata dal Coronavirus (Covid-19) ha portato i principali player logistici a ripensare alla loro supply chain logistica.

Settori come l’alimentare, il farmaceutico e quello dei beni di largo consumo, per fare fronte alla crescita dei volumi di e-commerce e di inventario, saranno in grado di generare un forte aumento della domanda di immobili per la logistica.

Stime Prologis sulla crescita della domanda di immobili per la logistica

La ricerca di Prologis stima che, negli Stati Uniti, la crescita della richiesta di immobili per la logistica nei prossimi anni sarà di oltre 37 milioni di metri quadrati.
Previsione si traduce in una crescita di 10/15 milioni di metri quadrati all’anno nei prossimi due o tre anni.
Queste previsioni si basano sulla crescita dell’e-fulfillment, aumento che si tradurrà in una richiesta tra i 13 e i 15 milioni di metri quadrati di spazio in più.
Questa crescita si vedrà soprattutto nell’espansione di magazzini per la logistica dell’ultimo miglio e nella logistica urbana.

Il rapporto Prologis prevede anche che, per evitare situazioni di penuria di merci e per mantenere una supply chain logistica normale anche in momenti di crisi, aumenteranno le scorte di magazzino del 5-10%.
Una percentuale per nulla trascurabile che si traduce in 26-53 milioni di metri quadrati aggiuntivi, questo significa che aumenteranno le capacità dei magazzini lungo tutta la supply chain logistica.

Anche i settori nuovi all’e-commerce chiedo nuovi immobili per la logistica

La pandemia ha accelerato quello che è l’approccio dei clienti agli acquisti online anche in settori impensabili fino a poco tempo fa.
Basti pensare come è cresciuto negli ultimi mesi l’acquisto di generi alimentari online. Negli Stati Uniti, ad esempio, i negozi di generi alimentari hanno registrato una crescita di acquisti online pari a 3-4 volte quelli registrati nella fase pre-covid19.

In questi mesi anche i consumatori più restii si sono avvicinati all’e-commerce e questo ha portato i player anche di settori più tradizionali, come l’alimentare e Costruzioni/Fai da Te, a ripensare alla propria supply chain logistica.

In questi settori, finora poco toccati dalla rivoluzione e-commerce, il ripensamento della catena di distribuzione logistica si tradurrà in forti investimenti immobiliari che potrebbero avvantaggiare in particolare i 3PL professionisti della logistica.

Crescita che ci sarà anche per i settori già più pronti all’e-commerce che però con la crescita dei volumi di questo periodo dovranno rivedere lo schema della loro supply chain logistica, si parla dei settori di vendita al dettaglio e di elettronica.

Dalla riorganizzazione della supply chain logistica alla creazione di nuovi centri produttivi

Non solo crescita della richiesta di spazio per la creazione di magazzini logistici ma anche una vera e propria rivoluzione nella gestione dei siti produttivi.

Questa emergenza globale ha infatti mostrato come gli approvvigionamenti, se provenienti da realtà molto lontane, da noi possono essere molto complessi.
Questa riflessione oltre a modificare l’ubicazione di alcuni centri logistici potrebbe portare alla creazione di nuovi centri produttivi in zone strategiche in ottica approvvigionamenti per le aziende.

In Europa, ad esempio, il trend potrebbe essere quello di aumentare le delocalizzazioni nell’Europa centrale e orientale, in cui si trovano Paesi dove il costo di produzione risulta essere più basso ma comunque più vicino ai mercati di riferimento.
Un trend che si sta sviluppando anche negli Usa dove, piuttosto che delocalizzare nei Paesi dell’Oriente, si sta sempre più scegliendo di spostarsi nel Messico, Paese con costi nettamente inferiori agli Stati Uniti d’America.

Questi cambiamenti rispetto alla creazione di nuovi magazzini e alla ristrutturazione della supply chain logistica risultano più complessi, per questo motivo si stima che i cambiamenti produrranno effetti più sul lungo termine che sul breve termine.





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