Si è parlato molto della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) e sono conosciute le sue doti di solidità e affidabilità nel tracciare i prodotti in diversi settori industriali.
Al momento, l’unico ostacolo alla diffusione capillare di questa importante innovazione resta il costo elevato.
Ma ora, con l’aiuto dell’Internet of Things, questa situazione sarà rapidamente ribaltata.
Secondo Gianluca Salvaneschi, Head of Strategic Business Development & IoT Southern & Central Europe di Orange Business Services, i tag RFID attivi (che, a differenza di quelli passivi, sono dotati di trasmettitore e fonte di alimentazione) hanno ora un prezzo adeguato e una capacità di integrazione ai sistemi IoT che permetterà presto l’adozione di massa in tutti i negozi.
Sempre più catene statunitensi come Macy’s, Walmart e Target hanno introdotto l’RFID attivo per il controllo dell’inventario e del rifornimento.
Ma gli early adopters sono già andati oltre: utilizzano l’RFID per ottimizzare la propria strategia omnichannel, proponendo al cliente un’esperienza eccellente.
Secondo gli analisti di ChainLink Research (settore supply chain), la vendita delle etichette RFID UHF passive è destinata a superare i 10 miliardi nel 2017, grazie alla spinta del notevole ritorno di investimento che i retailer stanno riscuotendo da questa tecnologia.
Da parte loro, i consumatori si aspettano che i retailer offrano sempre più servizi personalizzati basati sulle informazioni personali ricevute, che la tecnologia RFID contribuirà a rilevare.
La combinazione di questi dati con quelli dei prodotti e dello storico degli acquisti consentirà una conoscenza più approfondita del mercato e delle abitudini di acquisto.