Outsourcing
28 Giugno 2017
Premessa
Nei prossimi anni la filiera farmaceutica si troverà ad affrontare nuove sfide che avranno ripercussioni su tutti i soggetti della catena distributiva.
Le nuove regole per la conservazione e il trasporto dei farmaci, e l’avvento della serializzazione condizioneranno le scelte distributive e di strategie outsourcing logistico.
Attraverso gli interventi di primarie aziende quali Bayer, Pfizer, Recordati, Royal Canin, Vivisol e il contributo di esperti di AFI e QuintilesIMS sono state approfondite luci ed ombre della PharmaLogistics, tracciando una roadmap per il futuro, che sia da stimolo anche per le altre filiere.
Il farmaco e la sua movimentazione
Lo sviluppo di nuove strategie commerciali focalizzate sul paziente, la digitalizzazione del canale, l’IoT (Industry 4.0), l’adozione delle nuove regole per la conservazione e il trasporto dei medicinali, unitamente all’avvento della “serializzazione”, richiedono già oggi un ripensamento dei processi produttivi e logistici, nonché le scelte di outsourcing.
Cambiano le esigenze dei Payor, ma cambia anche l’arena competitiva delle aziende farmaceutiche che sempre più dovranno offrire servizi a valore aggiunto orientati alle esigenze ed al percorso terapeutico del paziente.
I farmaci possono essere classificati in diversi modi: area terapeutica, forma farmaceutica, tipologia di rimborso e regime di fornitura.
Queste classificazioni guidano di fatto le strategie commerciali delle aziende farmaceutiche, ma hanno un impatto rilevante anche sulle modalità di distribuzione sui canali.
La distribuzione di medicinali in compresse (confezioni leggere) incide in maniera diversa sui costi di trasporto, sulla movimentazione e sull’allestimento, rispetto a quello per medicinali in forma liquida (il cui rapporto peso⁄volume è generalmente più alto).
Alcuni farmaci necessitano inoltre di particolari condizioni di conservazione per mantenere il loro potere curativo, come ad esempio il mantenimento della temperatura nei tre range: 28°C (freddo positivo), 1525°C (temperatura controllata) oppure minore di -20°C (freddo negativo).
Anche questo aspetto ha un impatto sulle operazioni di distribuzione, aumentando i costi e la complessità delle procedure operative di stoccaggio, handling e trasporto.
Anche la classificazione di rimborsabilità influenza le strategie distributive delle aziende farmaceutiche.
I prodotti di classe C vengono distribuiti per la maggior parte attraverso il canale retail, che vede come dispensatori principali il distributore intermedio (grossista) e i punti di vendita: farmacie, parafarmacie e corner della GDO (diventato luogo di vendita dei farmaci OTC e SOP per D.lgs 223⁄2006, cosiddetto “Decreto Bersani”).
Questa tipologia di distribuzione necessita di grandi capacità logistiche per raggiungere tutto il territorio in modo capillare, veloce ed efficiente.
Il ruolo del farmacista e la forza del brand diventano fondamentali per la dispensazione del farmaco SOP e OTC in quanto per essi non è necessaria la prescrizione del medico.
È pertanto fondamentale garantire un forte presidio sul canale in termini di disponibilità ed efficienza del servizio logistico.
Per quanto riguarda i farmaci di classe A ed H si tratta di prodotti prescritti da medici di base e/o specialisti.
L’aumento del grado di penetrazione dei generici incrementa il livello di competitività tra aziende branded e genericiste anche in ambito distributivo.
Le aziende genericiste, infatti, al fine di imporsi sul mercato il più velocemente possibile rispetto agli altri competitors, sfruttano già servizi logistici ad hoc che, per esempio, permettono di rendere un lancio di prodotto il più efficace possibile.
Infine, i farmaci di classe H vengono somministrati in ambito ospedaliero.
Questi prodotti ad alto valore sono il core business di molte aziende farmaceutiche che garantiscono al paziente un prodotto altamente tecnologico e, agli ospedali che li somministrano, livelli di servizio molto alti definiti nei capitolati di gara.
Molto spesso tra i farmaci H vi sono prodotti che necessitano di modalità di conservazione speciali, come lo stoccaggio a temperature basse, o attenzioni particolari durante la fase di trasporto, come nel caso dei prodotti radioattivi.
Il peso della logistica
Il Budget destinato alla logistica da parte delle aziende farmaceutiche si compone di due principali voci di costo: magazzino (stoccaggio e preparazione merce) e trasporto.
Dati i recenti sviluppi normativi (per esempio in ambito di sicurezza e conservazione) e l’introduzione di prodotti sempre più specialistici, negli ultimi anni il peso del trasporto è aumentato, arrivando a ricoprire circa il 55% del costo logistico complessivo.
Questo incremento, inserito in un contesto di cost-saving guidato dagli Headquarters delle principali case farmaceutiche, non ha modificato l’incidenza media sul fatturato dei costi logistici (rimasta pari a circa lo 0,5%) o sui profitti (1%).
L’incidenza non varia neanche rispetto alla specializzazione di canale della casa produttrice (Ospedaliero vs Retail).
Se, infatti, il canale ospedaliero richiede un trasporto più oneroso (Cold Chain), i costi di magazzino sono ridotti rispetto al canale retail, a causa dei minori volumi movimentati.
In questo contesto, bisogna chiedersi come sfruttare il servizio logistico come valore aggiunto a supporto delle strategie commerciali delle aziende.
Un incremento, anche consistente, sui costi di trasporto quanto inciderebbe rispetto al beneficio che un servizio del genere può creare.
Le criticità individuate dalle aziende farmaceutiche nella distribuzione
La criticità maggiore riscontrata dalle aziende farmaceutiche è il trasporto dei farmaci, principale elemento che influisce sulla qualità del servizio erogato.
A seguire, il tracking dei prodotti, che può essere interpretato come una diretta conseguenza della difficoltà di tracciare i prodotti durante il trasporto, poichè affidati a più soggetti tanto più la consegna è piccola e in località remota.
Il terzo tema più critico per le aziende farmaceutiche è la sicurezza, intesa come security, ovvero come rischio di furto, danneggiamento e perdita della merce distribuita.
Anche questo tema deriva sempre dalla criticità del trasporto, in quanto i furti avvengono maggiormente durante la fase di movimentazione verso la destinazione finale: il controllo della distribuzione dell’ultimo miglio è spesso difficile a causa dei numerosi contratti di subappalto realizzati.
Infine, l’ultimo aspetto evidenziato da alcune realtà multinazionali riguarda il modello organizzativo all’interno dell’azienda.
In alcuni casi, infatti, il modello Order-To-Cash (dall’ordine al pagamento) è “frammentato” su differenti funzionali (Demand Planning, Logistica, Customer Service), rendendo ancora più complesso il monitoraggio delle performance EndtoEnd e l’implementazione di progetti speciali in ambito distributivo.
Le criticità maggiormente riscontrate dai depositari sono relative alla mancanza di un margine soddisfacente e di un volume sufficiente per una gestione corretta della distribuzione nella filiera.
Questi due fattori rendono difficile offrire un buon livello di servizio, assicurare l’eccellenza in termini di sicurezza e trasporto.
Il tracking rimane un elemento critico, ma è stato valutato meno rilevante, poiché tutti i depositari stanno già realizzando progetti per poter introdurre tecnologie che rendano disponibile al cliente la tracciatura dei prodotti.
Altro tema di criticità rilevante è quello normativo che, di fatto, limita il campo di azione dei depositari, in quanto vi sono delle elevate barriere all’ingresso di natura tecnico-economica.
Infine, il punto di vista dei distributori intermedi ha rivelato che la principale criticità risulta essere nei margini realizzati, non coerenti con i livelli di servizio garantiti.
Un altro problema rimane quello dell’over service, strettamente legato al tema precedente: infatti, i distributori offrono alle farmacie un livello di servizio elevatissimo.
Per offrire un tale servizio, che non viene ripagato dal cliente finale che lo percepisce come una commodity, le aziende devono sfruttare sistemi di automazione per la gestione del magazzino.
Questi sistemi devono essere spesso aggiornati e resi il più possibile flessibili, in quanto la gamma di referenze e la rapidità di cambiamento del catalogo (uscite di nuovi prodotti) mal si adatta alla rigidità dei sistemi automatici.