Il settore moda è uno dei più complessi dal punto di vista del processo produttivo-logistico.
Ogni collezione è prima attentamente pianificata e disegnata, poi si passa alla ricerca dei materiali sul mercato.
Dopo la realizzazione dei capi entra in gioco la logistica, con la fornitura dei negozi fisici, l’online e la relazione con la clientela.
Tutti questi passaggi della filiera produttiva dovrebbero essere integrati tra loro; in realtà c’è poca coordinazione, in particolare la parte di ideazione iniziale è per sua natura poco formalizzata e quindi difficile da monitorare.
Sarebbe invece un vantaggio poter sfruttare appieno le competenze rilevate in questa fase, per non dover reinventare qualcosa che magari si era già sviluppato, almeno in parte.
Nel campo del fashion un altro punto debole è il rapporto con i fornitori: questi spesso sono meno “tecnologici” rispetto al committente, e lo scambio delle informazioni può diventare difficoltoso.
L’integrazione è la soluzione migliore per ottimizzare l’intero processo, anche in direzione di una maggiore personalizzazione dei prodotti, a seconda delle richieste dei clienti.
L’integrazione è sinonimo di lean production, di agilità del processo.
Certo, la complessità del settore potrebbe essere un ostacolo: la standardizzazione è possibile fino ad un certo punto e la filiera è molto ramificata, così come lo è la vendita. Ma la fidelizzazione e la condivisione delle informazioni sono viste come le soluzioni più adeguate per migliorarsi.
Dal punto di vista tecnologico queste si traducono in investimenti per piattaforme e applicazioni gestionali.