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Un esperimento mappa il cervello degli autisti

Lo studio per stabilire l’influenza dei fattori culturali nei diversi segnali acustici




Trasporti Nazionali e Internazionali

Un esperimento mappa il cervello degli autisti

14 Ottobre 2016

Quale suono attira di più un autista?
Che cosa lo spinge ad avere la giusta reazione in caso di un segnale di allarme?
Se lo è chiesto Scania che ha condotto una ricerca per esplorare la relazione tra l’esperienza soggettiva e l’effettiva attività cerebrale.

Una collaborazione con il rinomato Istituto tedesco Max Planck per la cibernetica biologica di Tubinga, centro di ricerca leader nel mondo che ha coinvolto 16 autisti, i quali hanno percorso in un simulatore di guida lo stesso tratto di strada per 25 minuti.

Mentre guidavano, sono stati riprodotti 12 segnali acustici più altri suoni irrilevanti: gli autisti dovevano premere un pulsante appena avvertivano uno dei segnali emessi.
Nel frattempo, ogni autista veniva monitorato con un elettroencefalogramma per registrare l’attività cerebrale tramite i 64 elettrodi posizionati in testa.
La ricerca, spiega sempre Scania, ha l’obiettivo di misurare l’attività celebrale, eliminando i fattori culturali che influenzano la nostra percezione dei diversi segnali acustici e, di conseguenza, l’impegno richiesto per la loro comprensione.
“Se sulle strade tedesche o svedesi si suona un corno, questo viene notato con certezza.
Un autista italiano, invece, potrebbe non accorgersene nemmeno”, ha sottolineato Glatz.

Il monitoraggio delle attività cerebrali degli autisti ha generato moltissimi dati.
“Questo ci darà una solida base per stabilire buoni metodi di simulazione che ci consentono di aumentare la nostra capacità di effettuare test virtuali”, ha detto Stas Krupenia, Senior Cognitive Engineer di Scania.





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